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Asta, le polemiche, il suo cuore granata

Redazione Toro News

di Ivana Crocifisso - C'è la realtà dei fatti, ci sono le chiacchiere. La realtà dei fatti dice che la Primavera ha raggiunto un traguardo storico, piazzandosi seconda. Dice anche che il gruppo granata...

di Ivana Crocifisso - C'è la realtà dei fatti, ci sono le chiacchiere. La realtà dei fatti dice che la Primavera ha raggiunto un traguardo storico, piazzandosi seconda. Dice anche che il gruppo granata è uno dei migliori otto in Italia. Che il lavoro, alla fine, paga sempre. E quando il portafoglio rimane ben chiuso i risultati danno ancor più soddisfazione. Poi ci sono le chiacchiere. Quelle di chi si ricorda dell'esistenza della Primavera solo quando vince, non perdendo occasione di esaltare il lavoro societario – che per carità, qui non si vuole mettere in discussione – dimenticando, o piuttosto ignorando le dinamiche che ci sono dietro. Le chiacchiere di quei “tifosi” per i quali “Asta in fondo vuole fare le sue esperienze, mica è colpa di Cairo”. Si è fatto un gran parlare di questo e di quello, senza conoscere a fondo i fatti. Non sempre è colpa di chi scrive, e nemmeno di chi parla a cuore aperto. Spesso, come in questo caso, ci sono delle ragioni che vanno oltre, così come ci sono anche dei fatti che devono essere ricostruiti.Ieri era emozionato, felice, commosso. Granata nelle parole, negli occhi, nello spirito. Granata come ormai ne sono rimasti pochi, in questo Torino. Un Torino che lotta per la A mentre nel frattempo c'è un TORO Primavera che si butta alle spalle le critiche dopo un 7-0, che lavora, lavora e lavora. E che oggi può festeggiare. E non deve ringraziare proprio nessuno, se non se stesso e tutto il gruppo di lavoro. E Asta? Ieri è tornato a parlare del suo futuro. E su questo punto è necessaria un po' di chiarezza. Antonino Asta non ha mai, in nessun momento della stagione, dichiarato di voler andare via. Questo, per dovere di cronaca, lo si deve qui sottolineare. Anche dopo la matematica qualificazione Turbotonino lo ha voluto ribadire. “Ognuno deve prendersi le sue responsabilità. Il presidente ha dichiarato che forse io volevo fare altre esperienze. No. Io, nel momento in cui è stato detto quello, volevo più che mai rimanere al Toro”. L'intervista alla quale il tecnico si riferisce risale al 24 marzo, dopo l'esaltante Torino-Gubbio (e qui ve la riproponiamo: di Asta si parla dal minuto 2.37). Il derby è stato giocato il 7 aprile, due settimane più tardi. Quindici giorni in cui Asta, più che guardarsi intorno alla ricerca di chissà quale squadra o interrogarsi sul proprio futuro, è stato intento a preparare le gare dei suoi e basta. Dopo il derby quelle esternazioni, dettate più che altro dalla delusione. Nessuno della società aveva parlato con lui, ma si era già deciso che Asta era quello alla ricerca di nuove esperienze. Questo riteniamo sia un punto fondamentale. Asta, come ribadito proprio dopo il derby, ha deciso di farsi da parte ma solo dopo aver capito di essere quasi di troppo. Dopo le sue esternazioni si è letto di un Cairo contrariato e desideroso aspettare la fine del campionato. Come se arrivare secondi, terzi o quarti potesse in qualche modo cambiare il futuro di Asta. Un allenatore che chiedeva solo che il suo lavoro con i giovani, che tanto ama, potesse avere continuità (cosa che un contratto annuale non garantisce). Un motivo in più, questo, per levare le tende.