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TURIN, ITALY - APRIL 18: Torino FC president Urbano Cairo looks on during the Serie A match between Torino FC and AS Roma at Stadio Olimpico di Torino on April 18, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Urbano Cairo e La7 hanno investito sulla Serie A femminile. Il canale televisivo del presidente granata dalla prossima stagione trasmetterà una gara a giornata in chiaro. Un investimento del genere fa capire l’interesse di Cairo per il mondo del calcio femminile o quanto meno è un primo passo verso quel panorama ancora in fase di crescita. Viene da chiedersi allora quando lo stesso approccio il patron granata lo replicherà anche col suo Torino.
LA SITUAZIONE - I granata hanno da anni un settore giovanile femminile ma non una prima squadra, e lo stesso succederà per la stagione 2021/2022. Il club granata da questo punto di vista è in ritardo rispetto a molte altre concorrenti (l'ultima società di A a dotarsi di una prima squadra a tinte rosa è stata la Sampdoria). C'è comunque l'idea di gettare le basi per recuperare il terreno perso. Oggi le ragazze in uscita dal vivaio e non più in età da settore giovanile verranno mandate in prestito in squadre di Serie B per iniziare ad accumulare esperienza. L'auspicio è quello di poterle vedere tutte insieme in maglia granata in futuro, magari già dalla stagione 2022/2023. Riuscire a organizzare tutto per questo campionato era praticamente impossibile per svariate ragioni.
DIFFICOLTÀ - La prima motivazione è logistica. Per poter avere una prima squadra il Torino dovrebbe comprare il titolo sportivo di un’altra società, ma non c’è stato il tempo materiale per farlo. L’avvicendamento Bava-Ludergnani ha imposto ai granata di concentrarsi su altre necessità. Fino a qualche mese fa il lavoro di Pianotti era affiancato e supervisionato da Bava, ora al suo posto ci sarà Ludergnani, che però dal suo arrivo ha avuto altre esigenze: trovare un nuovo convitto, i campi da gioco e d’allenamento e scegliere gli allenatori per le giovanili (quest’ultimo nodo ancora deve essere risolto). L’agenda di Ludergnani è talmente fitta, che il tempo per formare anche una prima squadra femminile non c’era. Poi c’è una seconda ragione ed è di carattere sportivo. Il Toro non ha giocatrici pronte per affrontare un campionato da protagoniste, non tanto per mancanza di talento, ma per la poca esperienza maturata in questi ultimi due anni durante i quali il Covid ha obbligato a fermare i campionati. Da qui la decisione di mandare le migliori fuoriquota a macinare minuti in campionati impegnativi in prestito. Poi dal prossimo anno sarà più concretizzabile l'idea di formare una prima squadra. Sempre che alle buone intenzioni seguano i fatti.
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