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È una storia di dolore e redenzione quella che sta accompagnando Matteo Rossetti all'atteso grande salto di qualità che pare concretizzarsi proprio in questi ultimi mesi che, storicamente, a livello Primavera vogliono dire tanto, tra il Torneo di Viareggio (pardon, Viareggio Cup) e le ultime concitate giornate del campionato, fino al thriller delle fasi finali.
Perché se è vero che vincere è importante solo in parte a livello giovanile, è altrettanto vero che la stoffa di qualcuno viene fuori proprio quando la tensione sale, perché la ricerca del successo è quella molla che, nel calcio e non solo, dà slancio ad ogni energia. E questo slancio pare essersi impossessato di Matteo Rossetti, centrocampista centrale agli ordini di Federico Coppitelli nella Primavera del Torino, autore di una seconda parte di stagione pazzesca, che lo sta distinguendo come uno dei prospetti di maggior valore nel gruppo a disposizione del tecnico.
Le cinque reti messe a segno da marzo in avanti, tra campionato e Viareggio, parlano chiaro; peraltro, tutte reti fondamentali, come quella del pareggio contro l'Osasco, o e continuare a inseguire il secondo posto.
Dolore si diceva, perché il giocatore veniva da una stagione complicatissima la scorsa stagione in Berretti, quando si ruppe il legamento in estate saltando gran parte della stagione con il gruppo che allora apparteneva a Roberto Fogli.
Ora, questa primavera e questa Primavera gli stanno restituendo una dimensione diversa, fatta di talento ed ambizione, che il Torino certo sta monitorando attentamente, per valutare un futuro in granata, magari attraverso la consueta gavetta in giro per l'Italia. Quel che è certo è che Rossetti, proseguendo sulla strada che lui stesso sta tracciando al suo futuro, avrà ancora tanto da dire e tanto da dare alla maglia granata.
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