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Giovanili Torino: la stagione 2019/2020 va in archivio con più ombre che luci

Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 
Il punto / Difficile tirare le somme dell'annata conclusa anticipatamente, ma i giudizi non possono essere positivi

Si è conclusa una stagione molto agro e poco dolce per il Settore giovanile del Torino. Un'annata iniziata con l'arrivo di Andrea Fabbrini dalla Pro Vercelli come nuovo responsabile a causa della promozione di Massimo Bava. La parola fine è stata messa ieri dalla FIGC, che - come vi avevamo anticipato - ha sospeso definitivamente i campionati. Inutile prendersi ulteriori rischi, a parere della federazione, per campionati che non hanno il peso economico delle maggiori categorie. E così, ecco la parola fine su un'annata che per il Torino si chiude con un bilancio abbastanza negativo, soprattutto in ottica futuro.

CLASSIFICHE - Under 18 e Under 16 hanno finito il campionato rispettivamente al penultimo e al terzultimo posto nei loro gironi. L'Under 17 del neo arrivato Franco Semioli chiude a metà classifica (nell'anno nuovo stava tentando la scalata verso i playoff) e, dopo un ruolino di marcia negativo nell'ultimo periodo del 2019, nel 2020 si iniziavano a vedere miglioramenti importanti. Note più liete arrivano dai più piccini. I 2005 di Menghini hanno dimostrato di essere potenzialmente l'annata più talentuosa, essendo spesso in testa al proprio girone e venendo superati dal Genoa solamente dopo l'ultima partita disputata (la prima sconfitta stagionale dei torelli). I 2006 di De Martini, nonostante qualche scivolone, si sono rivelati un'annata interessante, dimostrandosi competitivi contro le altre società di A e B (nel girone ci sono anche le società di Serie C come Gozzano, Novara, Alessandria e Pro Vercelli) e chiudendo di fatto al secondo posto.

VALUTAZIONI - Difficile comunque dare un giudizio definitivo sia sull'operato di Fabbrini sia sul cammino dei torelli.  Se in estate rinforzare le compagini poteva essere complesso visto che era appena cambiata la guida dirigenziale, durante il mercato invernale erano arrivati parecchi ragazzi per rinforzare le annate che più ne avevano bisogno (importanti interventi erano stati fatti sull'Under 16 per esempio). Sia chiaro, difficilmente la situazione sarebbe cambiata radicalmente se non ci fosse piovuta sulla testa questa pandemia. Anzi, poteva anche rimanere tutto immutato. Ma uno stop anticipato rende difficile qualsiasi valutazione. Soprattutto sul lavoro degli allenatori, perché i mesi di marzo, aprile e maggio sono i più importanti, quelli durante i quali si raccolgono i frutti del lavoro di un anno. La speranza è che ciò che si è seminato si possa vedere dalla prossima stagione, anche se non è detto che i miglioramenti attesi si palesino nel nuovo campionato. Ciò che è certo, è che il Torino ha nell'Under 15 (2005) e nell'Under 14 (2006) due annate che promettono bene. Invece dai 2002 (ormai in ottica Primavera) ai 2004 sono pochi gli elementi ai quali si possono attribuire prospettive importanti. Per questo occorrerà lavorare duramente. Poi subentrerà la società, che dovrà supportare le annate da rinforzare per renderle competitive.