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"Con la vittoria di ieri ai danni dell'Inter, il Torino ha conquistato l'undicesimo scudetto Berretti della propria storia. I granata si confermano primatisti assoluti in questa categoria a quattro titoli di distanza dal Milan e cinque dall'Inter. Il Torino ha dominato a lungo a livello giovanile, soprattutto a cavallo dei primi anni '90 mettendo in cassaforte 3 scudetti Primavera e altrettanti scudetti Berretti dal 1988 al 1992. Roberto Marchisio ha fatto parte del gruppo capace di laurearsi campione d'Italia prima nella categoria Berretti (1989) e poi nel campionato Primavera (1991) e ha raccontato a ToroNews la cavalcata che ha portato la squadra allenata da Giorgio Puia a vincere lo Scudetto dell'89.
""Ricordo che ad inizio annata il mister era Claudio Sala, poi per le vicissitudini della prima squadra arrivò Giorgio Puia e mister Sala andò in prima squadra. Fu una stagione in cui tanti giocatori dalla Primavera esordirono in prima squadra e, di conseguenza, ci fu un periodo di grande interscambio tra Berretti e Primavera".
"Era un vivaio, quello del Toro, capace di sfornare giocatori pronti per il grande calcio: "Noi avevamo giocatori importanti quali Dino Baggio, Benny Carbone che presero già quell'anno, giustamente, la strada del grande calcio". Anche in quell'occasione, la squadra di mister Puia sconfisse l'Inter: "Nel 1989 vincemmo in semi finale contro l'Inter: era una delle grandi favorite ma ad Appiano Gentile asfaltammo nonostante il risultato di 0-2 non lo dimostri a pieno". Poi la finale, contro un certo Marco Ferrante: "In finale incontrammo il Napoli ed io marcavo Marco Ferrante. Al Filadelfia la partita finì 1-1 mentre nel ritorno a Bagnoli, sul campo Italsider gremito da 10.000 spettatori riuscimmo a fare una grande impresa vincendo 1-0 con rete di Gianni Califano, che formava con Alessandro Brunetti una gran coppia di attaccanti. Loro due nel 1991 insieme a Christian Vieri e Manni guidavano l'attacco della squadra Primavera che ha conquistato il settimo scudetto".
"Marchisio ricorda con grande orgoglio quegli anni: "Posso dire di essere stato uno dei protagonisti di quella meravigliosa annata con mister Rampanti. Feci anche goal nella finale con la Roma, un goal che sognai, del tutto identico, una settimana prima della gara di Trigoria".
"Anche essere allenati da due grandi della storia del Toro come Sala e Puia è stato un'onore: "Ho un gran ricordo di tutti e due, Mister Sala era molto attento ai dettagli tattici, ai calci piazzati, al gesto tecnico. Giorgio Puia era attentissimo alla fase difensiva e a non concedere vantaggi di alcun tipo agli avversari. Entrambi avevano un'amore enorme per la maglia granata e si respirava un'atmosfera coinvolgente che ci faceva dare il 100% per la nostra storica casacca granata".
"Un vivaio diverso da quello attuale: "Il Toro in quegli anni era profondamente diverso da ora, c'era un contatto differente con i tifosi, c'era l'avvocato Cozzolino che era uno straordinario personaggio, c'erano tanti addetti che trasmettevano i valori del granatismo".
"Ma anche il settore giovanile attuale sta ottenendo tanti risultati importanti, nonostante siano cambiati i tempi: "Comunque sia il settore giovanile del Toro ha saputo lavorare bene in questi anni. Millico, ad esempio ha un talento enorme e spero che Mazzarri lo inserisca in prima squadra e non abbia titubanze a farlo giocare con continuità. Speriamo che ne escano anche altri..."
"Il percorso calcistico di Marchisio, invece, si è allontanato dal Torino: "Dopo il Toro, ho fatto il mio primo anno da professionista all'Aosta in Serie C2 con mister Natalino Fossati, poi sono stato quattro anni a Prato in Serie C1 e successivamente ho giocato ad Agliana, Imola, e Cuneo. Ho chiuso in bellezza a 40 anni vincendo un campionato di seconda categoria in provincia di Pistoia. Il Toro rimane un bellissimo ricordo".
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