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Ieri al convegno ''Lo Sport nei Giovani'', organizzato dall'Associazione Culturale Grande Torino, in collaborazione con la nostra testata giornalistica, è intervenuto anche l'allenatore della Primavera Moreno Longo. Il tecnico ha parlato del lavoro motivazionale che accompagna i giovani sportivi nel proprio percorso di crescita: ''Stiamo affrontando il tema della motivazione in uno sport di squadra come, nel nostro caso, il calcio. ci sono diverse metodologie motivazionali, queste restano soggettive e dipendono dalle varie e possibili gestioni. Ad ogni fase della crescita, corrisponde il giusto metodo da applicare. Io personalmente preferisco perdere una partita, piuttosto che lasciare indietro un ragazzo. La crescita dei giovani non passa solo ed esclusivamente dai risultati ottenuti in campo, anzi. Molto spesso questi rappresentano il valore aggiunto, nulla di più. Non bisogna mai forzare, è sbagliato obbligare il giovane ad essere sempre e comunque competitivo. La voglia di vincere va sostenuto, ma deve sbocciare in maniera naturale. Altrimenti si rischia di ottenere l'effetto opposto, ossia il rifiuto per l'attività sportiva, questa troppo stressante. Fare sport deve essere un piacere, non un dovere. Bisogna creare e sostenere la giusta cultura sportiva, soprattutto in quella fase che va dai 12 ai 16 anni, in cui i ragazzi si apprestano a diventare adolescenti e poi successivamente adulti. In questa fase i ragazzi dovrebbero essere messi nella condizione di esprimersi liberamente. La cultura esasperata del risultato può creare pressioni tali da allontanare il giocatore dallo sport in generale. Superga? Sono felice che alla fine si sia riusciti a far sì che tutto il Toro sia lì a commemorare gli Invincibili''.
L'allenatore ha poi ricevuto la tessera associativa del Associazione Culturale Grande Torino.
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