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Serata amara, quella che accompagna negli spogliatoi la Primavera del Torino, poco dopo l'eliminazione per mano della Juventus dalla Final Eight. I granata si inchinano alle semifinali, lasciando ai bianconeri la sfida contro la Roma che assegnerà il titolo di categoria. La squadra è contratta soprattutto nella prima frazione, e fatica a creare pericoli anche nella ripresa, nonostante un piglio migliore.
ZACCAGNO 6: incolpevole sul gol, quando può solo toccare il cross di Lirola, controlla con la consueta attenzione l'area, distinguendosi spesso come primo regista dell'azione granata.
CARISSONI 5.5: l'imprecisione del terzino - dovuta forse alla tensione, forse alla vocazione per la giocata difficile - compromette lo sviluppo sulla destra dell'azione granata: tenta più volte un lancio lungo che non arriva a destinazione, e anche i calci piazzati (specialità della casa), stavolta non risultano pericolosi.
MANTOVANI 5.5: si dimentica un paio di volte gli avversari in mezzo all'area sui lanci dell'alter ego Romagna (centrale, capitano e playmaker aggiunto), riscattandosi in parte con alcuni interventi fondamentali - su tutti, la scivolata in apertura di seconda frazione.
FREDENLIEB 6: gioca meglio di tutti i compagni d'astuzia contro gli avanti avversari, sfruttando centimentri e fosforo. Anche per via aerea è una certezza, nel complesso si difende con mestiere.
PROCOPIO 5.5: il secondo tempo è di un'altra pasta, ma la prima frazione è eccessivamente compassata: non riesce mai a distendersi per ripartire l'azione del Torino.
PICCOLI 5.5: tra i centrocampisti granata è quello che sostiene maggiormente la sterile produzione offensiva, portando sostegno alle tre punte granata. Non riesce tuttavia a cambiare le cose, andandosi spegnendo con il passare dei minuti.
OSEI 5: la fatica patita nel contenere le avanzate bianconere dalle sue parti è immensa. Talvolta ci riesce, ma nel complesso non dà mai la sensazione di essere in controllo. In fase di impostazione rallenta troppo l'azione quando il pallone passa dai suoi piedi - spesso - facendo infuriare anche Longo nei momenti caldi dell'incontro.
SEGRE 5: poche volte prova a sviluppare l'azione palla al piede, e tanto meno a servire i compagni. Non approfitta dell'occasione di titolarità, fallendo nel bissare le buone prove messe in campo durante i playoff (dal 34' st Berardi sv).
EDERA 5.5: tornato in campo dal 1' dopo l'esclusione nel quarto contro l'Atalanta, è il più pericoloso di tutto il pacchetto avanzato granata, cercando il contropiede solitario nel primo tempo. Costringe Cassata al giallo e, in generale, è la prima preoccupazione della retroguardia di Audero. Il guizzo decisivo, però, manca, e oggi è un'assenza che pesa (dal 34' st Traore 6: come al solito, entra e dà una grandissima mano sulla destra. Forse il suo momento arriva troppo tardi, la sensazione è che con più tempo avrebbe potuto fare più male. Spreca un pallone lisciato da Blanco, ma coordinarsi di mancino era davvero difficile).
TOBALDO 5.5: costretto al lavoro sporco, nonostante al grinta infinita con cui rincorre ogni avversario e salta contro chiunque, non riesce a fare la differenza. Nel primo tempo non gli arriva un singolo pallone giocabile, e allora tenta di prenderselo da solo, ma la tecnica difesa bianconera è un osso duro anche per lui. Nel complesso, le occasioni create sono nulle (dal 27' st Debeljuh 5.5: mandato in campo da Longo per alzare la squadra, viene servito poco e male dai compagni, senza riuscire a rendersi mai pericoloso).
CANDELLONE 5: pochissimi spunti da parte del match winner della sfida contro l'Atalanta. Patisce oltremodo la velocità di gente come Macek e Lirola, alzando bandiera bianca contro l'organizzato settore difensivo della squadra di Grosso.
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