Primavera, Montero post Torino-Juventus 3-4: “La mentalità è fondamentale”

Al termine del derby della Mole, il tecnico bianconero Paolo Montero ha commentato la prestazione dei suoi. Di seguito le sue parole.

Avete patito il primo tempo e poi siete entrati in campo totalmente diversi. Qual è il segreto?

"Il segreto è la mentalità dei giocatori. Noi sapevamo che affrontavamo una squadra importante, meritatamente prima in classifica perché abbiamo visto tutte le partite del Toro e sappiamo come gioca. Nel primo tempo siamo entrati un po' lenti nella manovra e non abbiamo vinto tanti duelli. Loro hanno una statistica molto buona sulle occasioni create e i gol fatti. Nel secondo tempo abbiamo parlato tranquillamente negli spogliatoi e abbiamo sistemato i duelli. Il calcio è tutto duello e vincerli aiuta molto. Noi abbiamo 17 giocatori in nazionale e questo significa che abbiamo qualità. Io sono convinto che la partita l'abbiamo fatta noi nel bene e nel male perché i gol sono stati colpa nostra e poi perché nel primo tempo, nonostante non abbiamo fatto bene, abbiamo segnato e creato. Nel secondo tempo abbiamo poi sfruttato meglio le occasioni: io sono convinto che il risultato sia meritato."

Il Toro ha sempre pressato alto, con la Juve ha aspettato. Questo fa piacere?

"Quello non è merito mio, ma della squadra e della dirigenza che ha saputo scegliere i giocatori. Se noi, come allenatori, li aiutiamo a crescere, avranno un futuro  allora il mio lavoro è aiutarli"

La Juve gioca su due competizioni. A quest'età forse può essere complicato. Quanto può essere importante il tuo ruolo?

"Abbiamo una rosa importante e quello è fondamentale. Poi gli posso raccontare la mia esperienza, come gestire le forze. Infatti facciamo anche dei cambi ad un certo minutaggio. Quello ci aiuta, nella Juve abbiamo chi ci può dare una mano. Abbiamo tutto per sbagliare il meno possibile e noi cerchiamo di sbagliare il meno possibile con i giocatori".

Cosa ne pensi di Yildiz?

"Sta dimostrando che ha futuro, può essere un giocatore da Juve, come tanti qua. L'importante è aiutarlo e fargli mantenere sempre i piedi per terra. Lavorare e lavorare. Se uno vuole migliorare, con la qualità che Dio gli ha dato, è ovvio che può arrivare in prima squadra."