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Primavera / Torino-Virtus Entella, Longo: “Non abbiamo ancora fatto niente”

Gianluca Sartori Direttore 
Postpartita / Il tecnico granata commenta così la partita contro i liguri: "Dobbiamo ancora completare il campionato con due vittorie"

Al termine di Torino - Virtus Entella, il tecnico della Primavera del Torino, Moreno Longo, ha commentato quanto andato in scena al "Don Mosso" di Venaria. Ecco le sue parole:

"Un percorso importante che ci ha portato ad essere secondi. L'Entella è sempre stata davanti, ne conoscevamo il valore. Prova di carattere, abbiamo saputo soffrire quando bisognava farlo e siamo stati cinici nel momento giusto. Mancano ancora due partite, non abbiamo ancora fatto nulla. La rimonta che i ragazzi hanno fatto fino a questo punto è qualcosa di straordinario. Nel calcio avanti chi vince, i ragazzi devono incamerare la ricerca della vittoria come parte della loro filosofia. Pensiamo già alla sfida contro il Genoa. Sono ovviamente soddisfatto del nostro percorso, ma guardiamo ancora avanti. Primo posto? Penso che i giochi ormai siano fatti, la Juventus probabilmente le vincerà tutte, dopo questa sconfitta contro il Livorno".

"E' un grande risultato che non fa altro che proseguire una striscia di vittorie clamorosa che i ragazzi sono stati in grado di fare. Era importante vincere per avvalorare quanto fatto, ma la vittoria non basta per farci raggiungere l'obiettivo. Siamo orgogliosi, ma ora la testa va a Genova: tra Sampdoria e Sassuolo bisognerà vedere una squadra all'altezza della situazione". 

"Noi abbiamo in testa questo obiettivo dal 16 di luglio, da quando ci siamo ritrovati per il ritiro estivo, e vogliamo vincere anche una partitella di allenamento. La differenza, non la fa che cosa fai ma come la fai. Io vedo lavorare questi ragazzi tutti i giorni e so quanto impegno ci mettono per vincere la partita del sabato. Ora la nostra meta è il secondo posto, e noi puntiamo a quello: bisogna darsi un obiettivo, per poterlo poi raggiungere".

"L'espulsione? Io ho visto un fallo di gioco molto grave, in cui se prende l'arto di Mantovani lo manda all'ospedale. Era un'entrata scomposta e non mi sono stupito della decisione dell'arbitro, una situazione simile a quella di Chibsah in Chievo-Frosinone. Non voglio essere ipocrita, se mi chiedessero come voglio giocare le partite, risponderei sempre undici contro dieci. Ma l'Entella nel primo tempo è stata brava a non concedere altri spazi, e davanti potevano sempre pungere con Moreo e Puntoriere. Serviva una gara "da adulti". Poi nella ripresa ci siamo abbassati volutamente, perchè noi negli spazi stretti abbiamo qualche difficoltà, e oggi l'unico giocatore con il dribbling, Edera, non era disponibile. Perciò ci siamo adattati alla situazione".

"Nelle prossime due settimane ci prepareremo come facciamo sempre. La cultura del lavoro e del dettaglio che abbiamo sempre avuto in questi mesi deve guidarci per centrare le due vittorie che ci porterebbero alle Final Eight".

Oggi Edera, convocato dalla Prima Squadra, non era disponibile: il mister era contento o dispiaciuto per non averlo con sè? "Deve prevalere l'orgoglio perchè un giocatore del Settore Giovanile ha l'opportunità di farsi vedere in Prima Squadra. Per come ragioniamo noi, la convocazione di Edera vale come uno Scudetto. Se noi riusciamo a tirare fuori giocatori pronti per la Serie A, siamo felici. Ora spero davvero che domani giochi, sarebbe una grande soddisfazione per noi".

Come può il Torino permettere a Moreno Longo di andarsene dopo i risultati che sta ottenendo con la Primavera? "Ogni società ha le sue strategie ben precise. Il presidente non lo vedo da settembre, lo incontrerò a breve e mi diranno quelle che sono le loro idee. Poi, siccome le mie idee ce le ho anche io, è chiaro che le cose bisogna essere in due per deciderle. Ci incontreremo e vedremo di far scaturire qualcosa di buono"

Oggi i tifosi hanno spinto la squadra in modo importante: "Li ringrazio ad uno ad uno. La vittoria di oggi è passata attraverso il clima che c'era, che ha spinto i ragazzi a fare quella corsa in più che serviva. Se questi tifosi si sono affezionati a loro, io sono convinto che non è solo per i titoli vinti, ma anche per lo spirito che hanno: non mollano mai e se la giocano anche contro gli avversari più forti".