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Primavera Toro, più di un derby: filosofie e mercati diversi a confronto

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Sfida al Fila / Duello tra due modi diversi di intendere la categoria: gruppo da una parte, singoli di spicco dall'altra
Nikhil Jha

Se la differenza nel famoso fatturato tra le prime squadre di Juventus e Torino e spietata e ben nota, si farebbe un grande errore a immaginare i settori giovanili come un porto franco nella sfida tra le due realtà del capoluogo piemontese, dove contino solo qualità e capacità di trasmettere ai giovani i propri valori. Gli investimenti contano, anche in Primavera.

Ma non solo. A contare sono anche le filosofie societarie, l'obiettivo che le società si pongono in quello che dovrebbe essere l'anno del trampolino di lancio verso il professionismo. E Torino e Juventus, che sabato si fronteggeranno nel terzo derby stagionale, hanno modi di interpretare il campionato agli antipodi. Un campionato che, nella formula introdotta quest'anno, dà grande valore al risultato con l'inserimento delle retrocessioni, e che spinge molte squadre a cercare il risultato prima del gioco, l'individuo prima del gruppo.

QUI TORO: IL GRUPPO AVANTI A TUTTO - Non è certamente il caso del Torino, che ha lavorato pazientemente nel corso della stagione, certo soffrendo nella prima fase del campionato, ma trovando poi - grazie al sinora ottimo lavoro del tecnico Coppitelli - la quadra del cerchio che ha spinto i granata sino in zona playoff e alla finale di Coppa Italia. Non è mancato qualche aggiustamento sul mercato (Borello, Panaioli, Adopo, Edoardo Bianchi), ma sempre nell'ottica di inserire ragazzi pronti a mettersi in discussione all'interno del gruppo, senza puntare su talenti capaci di imporsi dall'alto su chi da inizio anno sta cercando spazio nelle gerarchie dell'allenatore granata.

QUI JUVE: TALENTI DI ALTRA CATEGORIA - Sicuramente diversa la strada seguita dalla Juventus, oggi a -1 dal Torino in classifica, spinta in alto in autunno da Marko Pjaca, classe '95 sceso dalla prima squadra per trovare continuità che ha spaccato in due il campionato di una squadra sin lì in difficoltà. Partito il croato in direzione Schalke 04, la dirigenza bianconera si è tutelata portando alla corte di Dal Canto - tra gli altri - due elementi classe '98 (dunque fuoriquota di un anno) di respiro professionistico come Arnel Jakupovic dall'Empoli - quattro spezzoni in Serie B e autore della doppietta che ha deciso la gara contro il Chievo - e Ferdinando Del Sole, rientrato in anticipo dal prestito al Pescara, dove ha realizzato già tre gol in Coppa Italia e giocato 14 gare nel campionato cadetto. Due nomi, insomma, che si impongono subito come fari della squadra.

Filosofie certamente diverse, che sabato al Filadelfia si troveranno una di fronte all'altra. Nel tempio del granatismo, in campo, andrà in scena più che un derby.

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