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""Anche il Torino l'anno prossimo avrà una seconda squadra". Parole sibilline, quelle di Urbano Cairo, l'altro giorno al Festival dello Sport di Trento. Che il patron granata creda fortemente nell'allestimento di una soluzione che permetta al Torino di valorizzare in casa i giocatori in uscita dal settore giovanile non è un mistero. Già quest'estate, il presidente ci aveva pensato: ma a causa della lunga querelle sulla composizione dei gironi di Serie C, quando si è capito che ci sarebbe stato spazio anche per il Torino era troppo tardi per allestire una squadra competitiva, con tanti giocatori ormai già in prestito. Peraltro si sarebbe dovuta trovare in fretta e furia un campo dove farla giocare, questa squadra B. Insomma, il progetto è slittato di un anno.
"Il Toro lavora per realizzare nel 2019-2020, allora, una soluzione che permetta di far giocare i propri giovani con continuità, con uno staff tecnico scelto con cura e in strutture adeguate. E sta valutando diverse opzioni, a tal proposito. La prima è quella di realizzare un team riserve internamente al Torino, come ha fatto in questa stagione la Juventus, prima squadra in Italia. Attenzione, però: un'opzione interessante è quella di individuare un club già esistente in Serie C stringendo accordi di collaborazione tecnica che possano prevedere il controllo del Torino sull'attività di quella società e il relativo esodo dei giovani tesserati di proprietà. Lo ha fatto proprio quest'estate la Sampdoria con la Vis Pesaro: una soluzione che permetterebbe al Torino di utilizzare le infrastrutture già esistenti di una "succursale" e, probabilmente, sarebbe anche conveniente dal punto di vista economico e burocratico. Infine, da non escludere la possibilità che il presidente Cairo, se esistessero i presupposti, acquisti un secondo club di proprietà, come fatto da De Laurentiis, presidente del Napoli, con il Bari. Diverse possibilità, tutte alternative tra loro, che il Torino sta valutando: l'obiettivo è far nascere un Toro 2.
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