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"Era l'8 marzo 2016 quando il Torino vinceva la gara per la concessione ventennale dell'impianto del Robaldo. L'area tra via Artom, parco Colonnetti e parco Sangone, abbandonata da più di un decennio dopo che a inizio anni Duemila la società del Nizza Millefonti andò in dissesto finanziario, era stata individuata come la zona giusta dove far sorgere il centro delle giovanili del Torino, ma ad oggi non è ancora stata posata la prima pietra. Il progetto prevede la creazione di un centro sportivo di 5 campi per le giovanili (dall'Under 18 in giù) con relative tribune, spogliatoi e strutture di supporto. Ma una serie di problemi hanno rinviato la sua nascita effettiva: da modifiche al progetto iniziale richieste dal Torino che il Comune ha voluto riesaminare, a discordanze relative all'aspetto tributario, arrivando nell'ultimo anno all'impatto del Covid.
"LA BUROCRAZIA - Nel 2019, dopo la delibera del Consiglio Comunale (era l'11 febbraio) vengono finalmente consegnate le chiavi al Torino. L'inizio dei lavori sembrava prossimo, ma la realtà è stata diversa. Continui rallentamenti hanno portato a un'attesa infinita. In tante occasioni sembravano essere maturi i tempi per l'inizio dei lavori, tanto che si parlava addirittura di una questione di settimane. Il Torino ha anche portato avanti contatti con le ditte che si dovranno occupare del restauro dell'impianto, ma a oggi ci sono ancora gli ultimi ostacoli burocratici, che ruotano intorno ai permessi di costruire, senza i quali il Robaldo non può passare dalla carta alla realtà. La situazione, insomma, è sempre avvolta dalla nebbia. Come i campi gelati del Robaldo in inverno, sempre abbandonati all'incuria, mentre le giovanili granata dalla Primavera in giù sono ancora costrette a giocare in campi della periferia (da Volpiano al Cit Turin).
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