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giovanili
Si è chiusa la stagione della Primavera del Torino, che ha visto la sua corsa fermarsi alle porte della Final Eight. Per la prima volta dal 2011, il club granata non piazza la propria massima squadra giovanili alle finali Scudetto. Fatale la sconfitta a Bogliasco, in casa Sampdoria: il risultato, 4-1, avrebbe potuto essere meno ampio, ma sintetizza la chiara differenza tra blucerchiati e granata a livello qualitativo, per quanto visto ieri. In questo campionato, così come nelle altre competizioni affrontate quest'anno, la Primavera è sempre arrivata a giocarsela nei momenti decisivi, ma non ha mai trovato l'ultimo allungo che serve per arrivare a giocarsi i trofei.
Quarti di finale in Coppa Italia, semifinale alla Viareggio Cup, finale play-off in campionato: i risultati sono in linea con le qualità di una squadra che, a livello puramente tecnico, è stata forse la Primavera che ha offerto di meno negli ultimi anni. La squadra ha sempre lottato e onorato la maglia, con spirito unito e compatto, e ha ottenuto buoni risultati, mai con facilità ma sempre conquistandoseli metro per metro. Se poi è mancata la zampata decisiva è perchè non c'erano gli uomini in grado di fare la differenza, rispetto ad altre squadre più quotate.
Il rammarico maggiore, al di là di singole partite che sono girate storte, impedendo ai granata di arrivare secondi in classifica (soprattutto quella contro il Chievo in casa o quella di Empoli, con l'assenza decisiva di Cucchietti chiamato in Prima Squadra per fare il terzo portiere), può essere ricercato altrove. In particolare, l'annata dei 1998 granata presentava una buona base fatta di bravi giocatori cresciuti nelle giovanili (Cucchietti, Auriletto, Rivoira, Giraudo, Rossetti ed altri) che però non ha trovato i rinforzi giusti per puntare davvero in alto. Dalla scelta dei fuoriquota da rivedere (Osei partito a gennaio, Traore spesso infortunato, Berardi incostante) agli acquisti di gennaio che hanno deluso (l'oggetto misterioso Remacle in primis, ma anche Piscopo), sono mancati i ragazzi in grado di dare quel qualcosa in più al momento decisivo. Coppitelli, raccogliendo la pesante eredità di Moreno Longo, ha cambiato molto, sperimentato, ha provato tutti gli assetti tattici possibili: alla fine ha proposto una squadra grintosa e organizzata ma in difficoltà quando si trattava di fare gioco, forse proprio per la mancanza di qualità.
Per quanto riguarda ciò che conta di più, ovvero la formazione di calciatori, diversi di questi ragazzi hanno la possibilità di fare una buona carriera da professionista ma, ad oggi, quelli che sembrano futuribili per il Torino Prima Squadra si contano sulle dita di una mano: il portiere Cucchietti e il mediano Rossetti sono tra questi. Altri ragazzi hanno ancora margini di miglioramento e si avviano verso la prima esperienza nel professionismo o verso un'altro anno da fuoriquota in Primavera, alle dipendenze di Federico Coppitelli, che sarà salvo sorprese il tecnico granata anche nella prossima stagione.
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