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(Foto B.Giardina)
Da giocatore, da uomo e da allenatore Alessandro Gazzi ha sempre colpito per la sua semplicità. Totalmente distante dallo stereotipo del calciatore. Amante della letteratura e della cultura fuori dal campo, sul rettangolo verde ha sempre messo in mostra temperamento e spirito di sacrificio. Finita l’esperienza da giocatore all’Alessandria, ha iniziato a fare da collaboratore in prima squadra proprio con i Grigi, poi il ritorno in un Torino che non l’ha mai dimenticato come vice allenatore in Under 17. Lo stesso presidente Cairo lo aveva riaccolto con un post sui social per dargli il bentornato.
Sono tanti i momenti in granata che possono venire in mente, ma forse uno in particolare lo rappresenta. Tutti si ricordano quel 2-1 contro il Genoa targato Immobile-Cerci. Forse non tutti si ricordano da chi nasce il gol del raddoppio che valse la vittoria. Se Cerci si era preso la scena esprimendo tutto il suo talento, Gazzi rese il tutto possibile recuperando palla a centrocampo e servendo il compagno con una svicolata precisa e tempestiva. “Un lavoro da mediano” insomma. Proprio come il titolo del suo libro. Già perché Gazzi non è solamente uomo di calcio, ma anche appassionato di lettura e cultura, oltre a essere un ottimo scrittore (decisamente più bravo di chi sta provando a tratteggiarne il profilo). Umile e a tratti anche timido, in campo si trasformava in un guerriero e forse anche per questo è stato amato dai tifosi del Toro. Studioso e meticoloso sempre. Tutte caratteristiche che ora gli torneranno utili da allenatore. Ruggero Ludergnani ha pescato una persona da Toro e che proprio per la sua mentalità potrà fare un gran bene. Per lui potrebbe presto arrivare una panchina nel settore giovanile: tra i tanti nomi valutati c’è anche il suo.
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