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Torino, il futuro passa dalle giovanili: Miha e Cairo spettatori della Primavera

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Rapporto fitto / Il tecnico attinge spesso dalla rosa di Coppitelli, anche per gli allenamenti: scovare il talento per lanciare i 'nuovi' Donnarumma. La presenza del presidente una rara e lieta novità
Federico Bosio

Un'aria di rivoluzione ha investito il Torino, e questo ha ormai trovato spazio in lungo e in largo sulle colonne di qualsiasi giornale: Mihajlovic ha portato con se un nuovo modo di giocare, di intendere la partita ed approcciarsi al match, nuovi stimoli ma anche - e questo aspetto è particolarmente rilevante - una nuova mentalità a livello di struttura societaria. Non è un caso che dall'approdo del tecnico serbo sulla panchina granata, il rapporto tra prima squadra e Primavera si sia notevolmente infittito: un rapporto costante, che ha l'ambizione di diventare una sorta di filo conduttore granata, dalle giovanili al Toro vero e proprio.

Più d'impatti invece, e significativa appunto di questa sorta di cambio di mentalità societario, la presenza del presidente sugli spalti del Don Mosso: Cairo - fatta eccezione per alcuni incontri di Final Eight, Mamma Cairo e Torneo di Viareggio - per quanto riguarda la stagione normale non andava infatti a vedere la Primavera dal 5 ottobre 2009, un Torino-Sampdoria di Coppa Italia terminato 4-1 in favore dei granata. Sintomo di assoluta importanza, anche questo, relativo ad una 'nuova' consapevolezza granata: il futuro del Torino passa anche e soprattutto attraverso il proprio settore giovanile, che verrà quindi costantemente monitorato e seguito personalmente dal tecnico della prima squadra, nella speranza di scovare e crescere nuovi talenti che possano ripercorrere i passi - ad esempio - di Antonio Barreca o anche compiere direttamente il grande salto.

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