In fondo, stupire è la cosa più semplice del mondo. Nessuna attesa, nessuna pressione: per definizione, l'otusider viene fuori quando meno te l'aspetti, e nel tempo che ti sei accorta di lui si è già preso ciò a cui non avresti mai immaginato potesse arrivare. In un batter d'occhio.
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Torino Primavera, il sogno svanisce. Il viaggio, no
È tutto molto diverso quando bisogna stupire ancora. E ancora. Quando ogni anno si parte con i favori del pronostico altrove e poi, stagione dopo stagione, si rimane sempre ai vertici. Certo, lo sport racconta che non possono vincere sempre gli stessi. Ma esserci, ecco quello che che conta. E il Toro, da cinque anni a questa parte, c'è sempre stato.
E c'era anche ieri quando è dovuto arrendersi al gol di Pozzebon, in una gara non all'altezza dell'ennesima stagione strepitosa giocata dall'ennesimo gruppo che Moreno Longo è riuscito a condurre lungo le insidie di un campionato che a gennaio sembrava sul punto di essere lasciato per strada, prima di essere ripreso per il rotto della cuffia, con 10 vittorie nelle ultime 11 partite di regular season, prima di regalarsi altri grandi momenti granata nei playoff giocati al Don Mosso davanti ad un pubblico vasto e caldissimo. Infine, l'esperienza in terra d'Emilia terminata troppo presto, proprio quando ormai ci si stava cominciando a prendere gusto.
Stavolta, la sorpresa non è riuscita. Ha vinto, con ogni probabilità, la squadra più forte, o perlomeno quella che ha dimostrato di esserlo per la gran parte della stagione. E' probabile che se oggi i ragazzi di Longo dovessero giocare altre nove partite, come dopo la stracittadina di gennaio le vincerebbero tutte in fila. Ma il campionato così è finito, e si arriva al tempo dei saldi, dei conti e dei bilanci. Che recitano tutti, in modo unanime, la soddisfazione per tutte le gioie che anche quest'anno la Primavera del Torino ha saputo regalare, dimostrandosi di nuovo grande. E se il punto interrogativo, per natura della categoria, aleggia sul futuro di tutti questi ragazzi, almeno per un po' è lecito concedersi un punto esclamativo, voltandosi per un attimo alle spalle.
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