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Il tecnico degli Allievi B del Torino, dopo la Venaria Cup, ci racconta una stagione difficile, ma importante: "Questi giocatori hanno sempre dato il 100% e si meritano grandi...
"E' soddisfatto, Christian Fioratti, tecnico degli Allievi Fascia B ('98) del Torino, dopo la conquista della 1° edizione della Venaria Cup, che ha visto i suoi ragazzi prevalere nettamente contro la Pro Vercelli in finalissima per 2-0, e commenta ai nostri microfoni una stagione che, almeno per quanto riguarda il campionato, volge ormai al termine. Risultati altalenanti, che hanno visto i granata patire un po' il salto di categoria, soprattutto dal punto di vista della fisicità (il Toro gioca sotto leva, contro i '97 dei club di Lega Pro), ma che ha visto il Torino ricostruire quasi da zero una squadra, con tanti nuovi arrivi e coi '98 maggiormente pronti alla categoria superiore (Cucchietti, Rivoira, Auriletto, Celestri, Kouakou e Giraudo) essere pressoché stabilmente aggregati agli Allievi Nazionali di Andrea Menghini.
"UNA VITTORIA CHE DA' MORALE - E' stata una bella soddisfazione per il Torino, che esce dalla Venaria Cup con quattordici reti segnate, zero subite, e sei vittorie consecutive, anche se gli avversari erano tutti club di Lega Pro o società dilettantistiche: "Vero, l'obiettivo minimo in un torneo come quello appena concluso, era quello di arrivare davanti a tutti. Avevamo tutto da perdere, e nulla da guadagnare, e mi sento di poter dire che giocandosela tra parietà con squadre come Cuneo, Alessandria e Pro Vercelli, la differenza col Torino si vede. Mi è dispiaciuto non avere avuto la possibilità di giocare contro squadre straniere, che ci avrebbero consentito di confrontarci con un calcio diverso. Certo, vincere questo Trofeo, in vista dei tornei di fine stagione che ci attendono, il Lascaris, il Boscione ed il Rolle-Gariglio-Fantini, è una piccola iniezione di fiducia, che ci consentirà di affrontarli in maniera più libera e tranquilla, smaltendo un po' le score del campionato, nel quale domenica affronteremo il Bra e, successivamente, saremo ospiti della Juventus per il derby"
"UN GRUPPO NUOVO, CUI IL TEMPO DARA' RAGIONE - Quando si pensa al gruppo dei '98, chi segue il settore giovanile del Torino non può che ricordarsi quei Giovanissimi Nazionali che, nella passata stagione, hanno incantato in campionato agli ordini di mister Menghini, quanto è cambiato il Toro da allora? "Il gruppo dell'anno scorso era sicuramente molto importante, ma quest'anno abbiamo dovuto ripensarlo e ricostruirlo. Perdendo giocatori del calibro di Kouakou, Celestri, Giraudo, Auriletto e Rivoira, che nella stagione passata hanno fatto la differenza e che quest'anno hanno avuto l'occasione di stare con i più grandi tra gli Allievi Nazionali, noi abbiamo dato spazio a nuovi volti. E' una filosofia che condivido pienamente, era giusto dare spazio ai ragazzi nuovi che sono arrivati, come Duguet, Menabò, Ciletta, Corrao, giusto per citarne alcuni, che hanno sempre dato il massimo, potendo sfruttare nel migliore dei modi l'occasione che è stata loro concessa. E' stata una scelta giustissima, che ha consentito alla società di tastare effettivamente i valori della squadra, il valore dei ragazzi che sono tra gli Allievi Nazionali già lo conoscevamo, ma in questo modo anche i nuovi, così come quelli che magari l'anno passato hanno giocato meno tra i Giovanissimi, hanno avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore. Questo ci consente di creare un quadro generale per il prossimo anno, abbiamo potuto osservare ragazzi come Ficco, Duguet, Corrao, Menabò, o Battaglia, di nuovo solo per citarne alcuni, che stanno crescendo. Chi era magari più indietro, ora ha avuto l'occasione per dimostrare le proprie qualità e salire anche questo gradino che aveva in meno rispetto agli altri. E' stata una scelta societaria, ne abbiamo parlato molto io e Menghini, e siamo sempre stati perfettamente d'accordo a riguardo: il tempo ci darà ragione".
"RISULTATI ALTALENANTI, MA ANCHE BUONI SEGNALI - Inutile negarlo, il cammino in campionato del Torino tra gli Allievi Lega Pro non è stato dei più brillanti in termini di risultati: "All'inizio abbiamo subito molto l'impatto fisico col nuovo campionato, poi verso fine dicembre i risultati ci stavano accompagnando e dando finalmente ragione. A gennaio abbiamo perso altri ragazzi, come Giraudo e Celestri stabilmente aggregati con gli Allievi Nazionali, ed abbiamo dato l'opportunità di potersi inserire anche ad altri giocatori. Ad oggi sono molto contento della crescita dei miei ragazzi, in molti casi arrivati da società dilettantistiche, ma anche di giocatori come Battaglia, Fadda e Romana, che già erano al Torino ma l'anno passato avevano visto poco il campo. Sottolineerei, poi, la crescita di Mazzola, l'anno passato usato come punta, quest'anno prima esterno di centrocampo, ed oggi anche vero e proprio centrocampista. Ho scelto di schierarlo in quel ruolo perché ho notato in allenamento che ha idee ed un piede importante, abbinate alla giusta struttura fisica, potrebbe essere una piccola scoperta". E il merito va anche allo staff di mister Fioratti: "Ringrazio D'Errico, che è un grande preparatore atletico, oltre al mio allenatore in seconda, Sangregorio, che ci ha dato tantissimo con la sua esperienza, così come il preparatore dei portieri Madafferi. Sono persone che amano il calcio, e trasmettono i giusti valori ai nostri giocatori: loro sono stati determinanti nei momenti di difficoltà".
"IL VERO OBIETTIVO? MANDARE PIU' RAGAZZI POSSIBILE TRA GLI ALLIEVI NAZIONALI - Come motivare i propri giocatori, in una stagione difficile dal punto di vista dei risultati? "Io ho sempre messo davanti ai ragazzi il loro vero obiettivo: fare in modo che il maggior numero possibile di loro raggiunga gli Allievi Nazionali, per arrivare il prossimo anno ad essere più preparati e con più conoscenze possibile. I risultati sono stati quasi sempre negativi, ma ci è girata anche un po' storta per gli episodi, anche se, ovviamente, non vogliamo piangerci addosso. A lungo andare, gli episodi negativi trascinano altri episodi negati, abbiamo subito 5 rigori contro e 14 goal su punizione, è anche una questione di esperienza. Ho sempre detto ai ragazzi che il lavoro paga, e giocatori così, che hanno sempre dato il 100%, se non di più, in allenamento ed in partita, meritano di essere costantemente seguiti e rincuorati. Abbiamo sempre dato più valore al gioco che al risultato, anche se ora, ovviamente, speriamo di fare bene nei tornei di fine stagione e nel derby di sabato 3 maggio a Vinovo".
"E I RAGAZZI DELLA BERRETTI OGGI SONO PROTAGONISTI IN PRIMAVERA - Secondo anno in panchina per Fioratti, nella passata stagione tecnico della Berretti, categoria con la quale ha vinto il girone di campionato, allenando molti dei '95 oggi protagonisti in Primavera: "Nella passata stagione mi è stato chiesto di far crescere il più possibile i ragazzi, ed è la stessa cosa che il Torino mi ha chiesto quest'anno. Certo, è bello vincere e vedere i risultati, come ci è capitato in Berretti, ma è soprattutto importante vedere i ragazzi diventare calciatori, rispettare il proprio allenatore e volere imparare. Poter preparare dei giocatori, che dovranno affrontare una categoria importante l'anno successivo, e farlo al meglio, per me è il massimo. Certo, vedere quest'anno Barale, Parodi, Pautassi, in Primavera, ed anche uno come Comentale, che era partito in sordina visto l'arrivo di Moreo, giocare come titolare insostituibile, non può che farmi piacere. Questo ci fa capire come i ragazzi che crescono nel vivaio possano diventare importanti, e ancora più determinati di ragazzi che arrivano da altre società, anche e soprattutto per merito di quanto anno appreso negli anni trascorsi al Torino. Il percorso di questi ragazzi è giusto che sia questo, ed è giusto avere le mezze categorie, avere gli Allievi Fascia B come è stato giusto avere la Berretti. Non voglio prendermene il merito, il merito è del Torino e di Massimo Bava che ci ha creduto, ma non aver disperso i giocatori granata nelle società semiprofessionistiche è stato molto importante. Sono sicuro che, se fossero andati a giocare altrove, oggi in Primavera ce ne sarebbero meno, ed avrebbero patito il cambio di metodo di allenamento, il rischio di infortuni magari curati in maniera differente, e l'allontanamento dalla base. Ecco perché è un bene che il Torino abbia la Berretti, che riflette anche la politica della società di pescare sul territorio i giocatori più interessanti".
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