Ha parlato, ai nostri microfoni, Rosario Rampanti, ex calciatore (cresciuto nel vivaio granata, in Serie A nel '68/69, e dal '70 al '74), ed allenatore del Torino (dal '90 al '94 in Primavera, dove ha vinto gli scudetti '90/91 e '91/'92, gli ultimi della storia granata), in occasione della Cena Sociale del Toro Club Chieri "Roberto Rosato", svoltasi ieri sera, proprio nella cittadina alle porte di Torino: "Ormai sono passati ventidue anni da quei successi, e nel '94 avrebbe potuto essere un altro scudetto, ma dall'altra parte c'era un certo Del Piero, e con uno così era difficile vincere, perché, in un modo o nell'altro, trovava sempre uno spunto per risolvere la situazione. Mi dà una sensazione particolare, dopo tanti anni che il Torino manca da questa vittoria, inizio veramente a rendermi conto della grandezza di quella impresa. A questo punto ho la piena consapevolezza che sono stati grandi risultati, non solamente numerici, ma anche di giocatori che si sono affermati".
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Toro, Rampanti: “Longo? Lo vedo in Serie A”
Un caso su tutti? Christian Vieri, poi venduto al Venezia... "Meglio non parlare di quel periodo, in quel momento, dopo tre finali in quattro anni, sono stato promosso in Serie A. Purtroppo, una Società seria mi avrebbe protetto e supportato, invece purtroppo il Presidente era un certo Calleri, al quale del Torino non fregava niente, e la mia carriera da allenatore granata è finita lì, anche grazie a scelte come quella, scellerata, della cessione di Vieri, che tutti sappiamo, poi, che carriera ha fatto. Per quanto riguarda, invece, la mia, di carriera, io ho lavorato anni con le Nazionali Under, formando un grande numero di giocatori, passando dall'Under 15, all'Under 16, Under 17, Under 18, ed infine l'assistente di Gentile nell'Under 21. Tra i giocatori che ho convocato per la prima volta in azzurro c'è gente come Chiellini, Aquilani, Donadel, ma soprattutto l'attuale granata Emiliano Moretti. Ma puoi immaginare quanti giocatori mi sono passati tra le mani...".
Moreno Longo, questa sera, ti ha tributato un grande ringraziamento, affermando che è anche grazie ad un tecnico come Rampanti se lui è diventato un calciatore professionista, ed oggi un allenatore, con i risultati che tutti conosciamo: "E' una grande soddisfazione, per me, che lui abbia affermato queste cose. Lui è stato un ottimo calciatore, un terzino destro eclettico, molto grintoso, un bravo difensore che sapeva anche attaccare, un terzino moderno. Come allenatore, oggi, lo vedo benissimo, e me lo immagino in Serie A, un giorno. Ha il modo giusto di porsi, sta facendo bene ed ha anche caratteristiche non da tutti, tra le quali la cultura. Moreno è uno che sa parlare bene, ed oggi il calcio non è più per gli ignoranti. Se dosato giusto, se non lo si forza e lo si accompagna bene, lui può andare lontano".
Ed il settore giovanile, oggi, può andare lontano? Cosa manca per ritornare ai risultati di un tempo? "Del settore giovanile del Torino non si può non parlare bene. Pur non investendo più come una volta, le squadre stanno tutte ottenendo buoni risultati, e questo è merito delle persone che le dirigono, che sono tutte competenti. Tra l'altro, vorrei sottolineare che neppure noi, io come allenatore, ma anche Vatta e Usseglio prima di me, abbiamo mai avuto così tanto vantaggio in un campionato quanto quello che ha oggi la Primavera di Longo sulla seconda. Lui sta facendo il vuoto, e quando fai il vuoto vuol dire che non è soltanto bravo l'allenatore ma che, finalmente, hai anche giocatori buoni. Ora, però, questi giocatori devono essere seguiti e valorizzati soprattutto dall'allenatore in prima, ed in questo senso è un buon segnale che in tre siano stati convocati a San Siro e che si stiano allenando agli ordini di Ventura".
E il Torino dove può arrivare? "Del Toro mi accontenterei di un buon campionato a metà classifica, in fondo ciò che accadeva fino a qualche settimana fa, forse, era fin troppo per le reali possibilità di questa squadra. I granata hanno una discreta difesa, un ottimo attacco ed un centrocampo che latita: non complesso non si può negare che, a queste condizioni, finora abbia fatto bene".
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