C’era una lacuna, importante, da colmare nella gestione del settore giovanile del Torino durante l’era Cairo. Anzi, ad essere sinceri questa lacuna veniva da lontano, da ben prima dell’instaurarsi dell’attuale dirigenza. Una lacuna, oggi, finalmente colmata, grazie al gran lavoro della società e alla volontà congiunta di due simboli della rinascita del vivaio granata: Antonio Comi e Massimo Bava, che hanno lavorato intensamente per raggiungere questo risultato.
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Un centro per le giovanili tutto del Torino: enorme passo in avanti tecnico e d’identità
Il Torino FC ha, finalmente, un centro sportivo a disposizione per il proprio settore giovanile: quel che in tante altre piazze è sempre stato considerato quasi un’ovvietà, in quella granata ha dovuto essere, per una serie di motivi e di responsabilità condivise (non da ultimo, da parte delle amministrazioni locali), una conquista.
L’aggiudicazione della gestione ventennale del Centro Sportivo Robaldo di Strada Castello di Mirafiori a Torino, quasi al confine con Nichelino, è una notizia eccezionale: per il Toro, per i suoi ragazzi, ma anche per la città, che potrà vedere decisamente riqualificata una zona oggi piuttosto delicata dal punto di vista urbanistico. Una soluzione che – lo rivendichiamo con orgoglio – avevamo auspicato più volte su queste colonne, consapevoli che interessarsi di un settore giovanile non significa soltanto riportare freddi numeri, risultati e qualche dato statistico a caso per fare “notizia” quando si vincono le partite, ma anche e soprattutto occuparsi di “futuro” (un nome, quello di questa rubrica, che non abbiamo scelto a caso…).
Ebbene, soltanto su solide radici si costruisce un futuro, e nulla è più solido di un luogo fisico dal quale partire, dando finalmente a almeno cinque categorie di giovani granata (Under15, Under17 Lega Pro – che diventeranno Under16 nella prossima stagione -; Under 17 e Berretti) una “casa”, un punto di riferimento per i ragazzi e per le loro famiglie. Un salto di qualità, quello che sarà rappresentato dal Robaldo a partire dalla prossima stagione, la cui portata potrebbe essere enorme: oggi ogni categoria è ospitata in centri sportivi dispersi ai diversi lati della città, soluzione che crea difficoltà logistiche a tutti (ricordiamo che un quindicenne, ovviamente, non è un professionista strapagato che si muove con mezzi propri), e rende anche più difficili scambi e contaminazioni che avrebbero un grande lavoro dal punto di vista tecnico, impedendo ai gruppi di lavorare ed allenarsi insieme, salvo rare eccezioni.
Non solo: la portata di un centro sportivo tutto dedicato al Torino, in quasi contemporaneità con la rinascita di un Filadelfia che – almeno lo speriamo – dovrà ospitare la Primavera in compagnia della Prima squadra e un buon numero di partite di tutto il settore giovanile , è anche estremamente simbolica. Il Torino, da questo punto di vista, si avvicina alle società più all’avanguardia, e si dota di un luogo che darà tanto anche in termini di identità, di teambuilding e di – diciamolo chiaro – orgoglio e senso di appartenenza.
Insomma: l’aggiudicazione del Robaldo altro non può essere che un’ottima notizia e un enorme passo in avanti. E siamo sicuri che Massimo Bava e Antonio Comi, ovviamente con la supervisione di un Urbano Cairo che in questo frangente si è dimostrato davvero attento e ricettivo, dopo aver “voluto la bicicletta”, ora pedaleranno all’unisono per farne una struttura di altissima caratura… Per un #ToroDelFuturo del quale tutti speriamo – e contiamo – di essere davvero orgogliosi.
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