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Scende in campo la Primavera del Torino, per la gara a cui si pensa da venti giorni, sospinta dal calore dei tifosi presenti allo stadio Olimpico. I granata – schierati da Longo con un inconsueto 4-3-1-2, con Berardi tra le linee dietro Bortoluz ed Edera - vogliono partire forti e ci pensa Piccoli, al secondo minuto, a far capire al portiere Pears che sarà una serata impegnativa. Il Middlesbrough non sta a guardare e Jakupovic manda un siluro di poco alto. Ma è il Torino ad avere la migliore occasione al 18’, quando da un calcio d’angolo Mantovani è tutto solo ma manda alto. Dopo due minuti Edera arma il sinistro e cerca Bortoluz in area, ma l’attaccante è anticipato di un soffio da Fry. Fa la partita il Torino, come era prevedibile, col Middlesbrough, squadra di indubbio valore, pronto a ripartire. Zenuni di destro impegna severamente Pears, e sul ribaltamento di fronte Coulson arriva alla conclusione: alto sopra la traversa.
Il Torino non riesce a sfondare centralmente e allora Longo ricambia modulo, tornando al canonico 4-2-4 con Zenuni ed Edera esterni. Ma il Middlesbrough non si fa perforare: ottimo atteggiamento di squadra, con le linee corte e la squadra mai troppo bassa: così per il Toro è difficile avvicinare la porta di Pears. Ci prova Edera con un sinistro da fuori, troppo debole. Sempre Edera cerca il numero personale quando si avvicina l’intervallo: due avversari saltati, ma sinistro rimpallato e bloccato da Pears. I nervi si surriscaldano nel finale del primo tempo con tre ammonizioni, ma si resta sullo 0-0 e al Torino non resta che giocarsi tutto nella ripresa.
Longo sa di dover giocare tutte le carte a propria disposizione e inserisce Candellone per Segre. Pronti via e le emozioni fioccano: prima Bortoluz scarica il destro da buona posizione ma è troppo centrale. Poi Wheatley chiama Zaccagno alla gran parata con Johnson che mette fuori la ribattuta. Passano dieci minuti ed Edera ha un buon pallone sul sinistro: alto. Si sente che la partita può impazzire ed è quanto succede. Candellone – impatto devastante sul match segna al 15’ con diagonale destro. Dopo due minuti mette dentro, la difesa inglese è assente, e alla fine Edera può mettere dentro la rete del raddoppio. Lo stadio impazzisce, il Torino è tutto sbilanciato e non potrebbe essere altrimenti. Tra gli inglesi però c’è un potenziale crack che risponde al nome di Harrison Chapman: il 10 va in porta per la rete del Middlesbrough che rischia di rovinare tutto.
Ma la reazione di questa pazza Primavera del Torino è di nuovo enorme: al primo corner Mantovani svetta e segna la rete del 3-1. A questo punto però servirebbero due reti per passare. Longo toglie uno stanco Berardi per il giovane Tobaldo. Il Middlesbrough prova a tornare padrone della situazione e in parte ci riesce, ma Bortoluz va vicino al quarto goal di testa, a sei minuti dalla fine. Ancora un grande Chapman, però, ci mette lo zampino. A quattro minuti dalla fine vede un corridoio che altri potrebbero non vedere per l’inserimento di Pattinson, che sfugge ad Origlio e buca Zaccagno.
La Primavera del Torino a questo punto sa che la situazione è sfuggita di mano. Zenuni si fa espellere con un brutto fallo di frustrazione. Liddle perde tempo con ancora un cambio, poi gli inglesi, a schemi completamente saltati, trovano la rete del 3-3 con Pattinson.
Finisce così al secondo turno del Domestic Champions Path l’avventura europea della Primavera del Torino, che capitola contro un avversario probabilmente superiore dal punto di vista tecnico. Ma i granata, che hanno l’unico rimpianto di quei dieci minuti finali al Riverside Stadium, hanno dimostrato di essere all’altezza del palcoscenico europeo.
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