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BOLOGNA, ITALY - JANUARY 22: Robert Acquafresca # 99 of Bologna FC looks on during the Serie A match between Bologna FC and Parma FC at Stadio Renato Dall'Ara on January 22, 2012 in Bologna, Italy. (Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images)
Classe 1987 di Torino, Robert Acquafresca ha smesso molto presto di giocare. Ormai ha appeso gli scarpini al chiodo, dopo quasi 200 presenze in Serie A caratterizzate da 40 reti, nell’estate del 2019. Cresciuto nelle giovanili del Torino, è il più classico dei doppi ex del match tra granata e Bologna in programma lunedì sera. In esclusiva su Toro News analizza il momento delle due squadre.
Buongiorno Robert. Quanto può incidere sul prosieguo della stagione il 4 a 2 patito nel derby?
“Il derby è sempre una partita a sé, ma penso che il campionato del Torino di Juric sia sotto gli occhi di tutti e non sarà il derby a cambiare l’andamento della squadra granata. Di fronte però ci sarà un Bologna che sta andando alla grande”.
Un Bologna che ha giocato veramente bene contro l’Inter.
“Sì, non so quanto abbia influito la partita di Champions sui nerazzurri. Comunque, quando affronti l’Inter hai sempre l’Inter davanti e non è facile prevalere. Molti, molti meriti vanno dati al Bologna e al lavoro di Thiago Motta”.
Il Torino deve ripartire da quanto espresso soprattutto nel primo tempo contro la Juventus?
“Il Torino nel primo tempo è stato più propositivo della Juventus. Ha avuto la sfortuna di prendere subito gol dopo il vantaggio. Quando resti in vantaggio per un po’, trovi la quadra e la partita può veramente cambiare. Peccato aver perso perché segnare due gol all’Allianz Stadium e passare in vantaggio non è da tutti. Però, la Juventus è dura a morire”.
Da ex attaccante come commenta il gol di Sanabria di martedì?
“Bellissimo, da vero attaccante. Ha anticipato il difensore e ha preso in contropiede il portiere che si stava piazzando meglio in porta”.
Un po’ alla Lautaro Martinez.
“A me ha ricordato molto Crespo e Inzaghi per quel taglio sul primo palo”.
Nella sua carriera ha mai vissuto situazioni simili a quella di Radonjic?
“Non mi è capitata direttamente, ma in seno alla squadra in cui militavo. È capitata al mio compagno Matri con Ballardini in panchina. Fu una decisione molto forte, proprio come quella presa da Juric. Del resto, Juric non lo scopriamo noi: è una persona diretta e senza fronzoli. Radonjic non è stato attento ed è stato sfortunato perché ha pagato a caro prezzo la sua disattenzione. Ora spetta al ragazzo essere forte, soprattutto di testa; dovrà lavorare tanto per recuperare quanto perso con questa partita”.
Ricci al fianco di Ilic può essere un ulteriore passo in avanti verso un Torino sempre più rivolto al palleggio?
“Sì, senz’ombra di dubbio. Ricci, continuando così con la presenza di Juric, potrà darci una scelta in più in Nazionale. È un grande prospetto”.
Anche lei in carriera ha dovuto convivere con più infortuni, un po’ come Pietro Pellegri: quanto è difficile affrontare stop così lunghi e prolungati?
“Quando occorrono questi infortuni, devi continuare a lavorare. A un certo punto senti il tuo fisico che non può andare oltre a certi carichi. Devi quindi rimanere saldo di testa e continuare a dare il massimo. Pietro è fortissimo, me lo ricordo bene al Genoa. Conosco bene suo padre e gli auguro di abbattere il muro di sfortuna”.
Per concludere, cosa si aspetta dal Monday night?
“Sono due squadre che vivono un buon momento dal punto di vista prestazionale. Il campionato del Torino non va valutato soltanto per il risultato del derby. Mi aspetto una grande partita: lo dicono le prestazioni delle squadre e i dati”.
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