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Andrea Ardito a TN: “Ilic? Un sacrificio su di lui si può fare. Ecco perché”
Sentire parlare Andrea Ardito è sempre un gran piacere. Fine conoscitore del mondo calcistico italiano, è un attento osservatore dei fatti relativi al Torino, lui che la maglia granata l'ha vestita tra il 2005 e il 2007. Oggi Ardito è coordinatore del settore giovanile dell'Alta Brianza, società che milita nell'Eccellenza lombarda. In esclusiva su Toro News analizza i primi passi del nuovo Toro di Paolo Vanoli.
Buongiorno Andrea. Giudica azzeccata la scelta di Paolo Vanoli?"Sì, mi piace perché è un allenatore che può dare continuità alla difesa a tre. Ha oggettivamente fatto bene. Ha preso in mano un Venezia in difficoltà e l'ha salvato, poi nella seconda annata ha perso all'ultima giornata la Serie A diretta ma è riuscito a centrarla lo stesso grazie ai play-off. A parte i risultati sportivi, quello che voglio sottolineare è l'identità precisa della squadra di Vanoli e questo a fronte dell'importante cessione di Johnsen alla Cremonese nel mercato di gennaio. Aggiungo che Vanoli è un allenatore completo perché ha fatto esperienze diverse e diversificate, ha anche allenato all'estero e questo aiuta. Sono curioso di vederlo all'opera in una squadra importante come il Torino".
Dal punto di vista tecnico e tattico quanto mancherà Alessandro Buongiorno al Torino?"Scontato dire tantissimo perché è un giocatore forte e completo. Ha dimostrato anche alla prima chiamata in Nazionale di saperci fare, sembrava un veterano della maglia azzurra. Oltre al fisico e ai mezzi tecnici, aveva il cuore Toro e sapeva trasmettere tanto ai compagni e alla piazza. Mancherà davvero tanto".
E una possibile partenza di Ivan Ilic quanto sarebbe pesante per la mediana granata?"La possibile partenza di Ilic sarebbe diversa rispetto a quella di Buongiorno. Le qualità del serbo non si discutono, però Buongiorno dava anche quell'apporto emotivo a tutto l'ambiente che è difficile da quantificare e da sostituire. Penso che il peso di una possibile partenza di Ilic vada quantificato in base a chi prenderà il suo posto. In tal senso, è più sostituibile Ilic rispetto a Buongiorno".
Anche perché il rendimento di Ilic è stato inferiore a quello di Buongiorno."Sì, sicuramente. Ilic non ha mai trovato una costanza di rendimento. Il giocatore non lo discuto perché è un giocatore dagli ottimi mezzi tecnici. Non ha ancora trovato una costanza in grado di farlo davvero svoltare. Quindi, penso che un sacrificio su di lui si possa anche fare, a maggior ragione se si genera una plusvalenza. Del resto oggi tutte le società, compresa l'Inter campione d'Italia, devono fare i conti con le plusvalenze per sistemare i bilanci".
Il 3-5-2 classico di Vanoli potrebbe agevolare uno come Samuele Ricci?"Può essere aiutato da due compagni di reparto che macinano quantità. Ricci è stato comunque un giocatore prezioso per il Toro di Juric e lo è stato anche quando la mediana era a due. Ha ampi margini di miglioramento, su questo non c'è dubbio. Penso debba essere il perno del Toro per il prossimo futuro".
Lei lavora come coordinatore in un settore giovanile. Dopo l'eliminazione dell'Italia da Euro 2024 si è aperto un ampio dibattito sulla crescita dei giovani calciatori nel nostro paese. Ha condiviso le tante parole che sono state spese?"Ci sono cose che condivido, altre le condivido meno. Sicuramente, ci sono cose che non funzionano. Nell'agonistica (Giovanissimi e Allievi) ci sono tre livelli: provinciali, regionali e regionali élite. Trovo assurdo che se un'annata vince il proprio campionato provinciale, qualifica ai regionali non se stessa bensì i ragazzi della leva precedente. Porto un esempio: se l'Under-15 vince il campionato provinciale, nella stagione successiva non saranno gli stessi ragazzi passati nel frattempo nell'Under 16 a disputare i regionali, bensì i nuovi ragazzi dell'Under 15, che magari nella stagione prima avevano perso tutte le partite. Si capisce bene, da questa piccola cosa, come manchi la meritocrazia. E poi bisogna tornare a insegnare la tecnica individuale. Oggi ci si riempie la bocca di partitelle a tema, ma senza la tecnica un giocatore fa fatica. Ancora quando giocavo, osservavo una carenza tecnica sempre più crescente nei giovani che approdavano in prima squadra. Fare un salto nel passato non vuol dire restare indietro, quindi bisogna tornare a pensare alla tecnica individuale nei nostri settori giovanili".
Il Toro si ritrova in rosa giovani come Dellavalle, Gineitis, Ciammaglichella, N'Guessan: come dar loro spazio?"La cosa importante è non creare una rosa che vada a intasare il ruolo dove ci sono giovani bravi; è giusto affiancare il giovane a giocatori di esperienza, però i ragazzi non possono essere la quinta o sesta scelta in un ruolo, altrimenti non giocheranno mai. Ad esempio, nel Milan uno come Camarda non può avere davanti a sé tre o quattro attaccanti, se si crede in lui bisogna anche prendersi il rischio di avere un attaccante in meno e di dare più spazio a Camarda".
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