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Esclusiva

Andrea Ardito a TN: “Mercato granata positivo. Juric ha una rosa adatta a lui”

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In esclusiva su Toro News le parole dell’ex centrocampista granata, oggi allenatore del Verbano (Eccellenza lombarda)

Andrea Calderoni

Andrea Ardito è stato uno dei primi mediani dell’era Urbano Cairo. Correva il 2005 e il Torino iniziò una meravigliosa cavalcata verso il ritorno nella massima serie. Per Ardito furono due anni in granata caratterizzati da 60 presenze e tanto agonismo. Dal Torino passò poi al Lecce ed ecco perché in esclusiva su Toro News l’attuale allenatore del Verbano (Eccellenza lombarda) viene interpellato in esclusiva su Toro News in vista di Torino-Lecce di lunedì 5 settembre.

Buongiorno Andrea. Sette punti in quattro giornate e il passaggio del turno in Coppa Italia: come ritiene l’avvio dell’annata granata?

“Ogni anno quando ci sono tanti cambiamenti i punti interrogativi si sommano. Credo che l’avvio di stagione del Torino sia l’ennesima dimostrazione del grande lavoro di Juric. È molto bravo a far passare il suo messaggio da subito e questo non è affatto scontato, soprattutto perché propone delle idee in qualche modo estremiste. Il suo calcio è aggressivo, richiama all’uno contro uno. Molto spesso capita che si paghi lo scotto iniziale, mentre Juric riesce a dare un’impronta identitaria fin da subito. Se a Bergamo avesse vinto, il Torino sarebbe stato in vetta. La partenza è più che positiva”.

Come possiamo giudicare il mercato del Torino?

È stata seguita una doppia linea. Nel calcio di oggi o puoi spendere tanti soldi o hai il fascino della Roma di questa stagione tra Mourinho e la Conference League vinta oppure devi imboccare altre vie. Il Torino ha scelto di puntare su giovani di prospettiva e su giocatori che magari nel recente passato non hanno reso al massimo. Il mercato attuale è questo, a meno che non sei un top club. La parte più difficile è pescare calciatori che si adattano alle caratteristiche dell’allenatore”.

Fatta questa riflessione ritiene sufficiente il mercato granata?

“Secondo me, è stato un mercato positivo. Tutti vorrebbero una squadra pronta a inizio ritiro. Il mercato del Torino degli ultimi anni, però, dimostra che la partenza è sempre un po’ lenta. Alla fine, comunque, il risultato viene raggiunto e anche in questo 2022 sono stati inseriti i giocatori giusti. Penso che Juric abbia in mano una squadra adatta alle sue idee. Poi, è ovvio che un Bremer o un Belotti sono difficilmente sostituibili”.

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Il centrocampo è un po’ corto senza Pobega e Mandragora?

“Bisognerà vedere. I singoli sono forti. Ricci è stato una bella sorpresa nella passata stagione. Linetty ha tanti anni alle spalle in Serie A ed è una certezza. Penso che in tutti i reparti il Torino sia coperto e competitivo”.

Cosa si attende dal Lecce lunedì alle 20.45?

“Il Lecce si è preso un bel punto a Napoli e ha perso soltanto al 90’ contro l’Inter. Ha una piazza che sa sospingerti e io la conosco bene. Si tratta di una partita aperta a tutti i risultati. Bisogna, soprattutto all’inizio della stagione, dare continuità di prestazioni e risultati e quindi il Torino dovrà provare a ritrovare punti dopo la trasferta di Bergamo”.

I suoi trascorsi in granata si intrecciano con l’avvio dell’avventura di Cairo al Torino. Cosa prova a ripensare a quel biennio?

“Ricordo la magia di aver indossato la maglia del Torino. Quando uno ha l’onore di indossare quella maglia, gli rimane quel trasporto di valori che lo accompagnerà per sempre in ogni partita, in ogni allenamento. Sono sensazioni che pochi giocatori possono provare e io ho avuto la fortuna di provare”.

Quali sono i valori che da allenatore cerca di trasmettere alle sue squadre?

“Mi ritengo un uomo riflessivo ma sono sempre stato un giocatore di cuore. E proprio per questo sono riuscito a trasmettere tanto nelle piazze calorose in cui ho militato. Alla base di tutto bisogna che ci sia un senso di appartenenza verso la maglia che indossi e la società che rappresenti”.

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