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Esclusiva

Antonino Asta a TN: “Ho fatto di tutto per il Toro, non so se vale il viceversa”

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Prima intervista dell'ex capitano granata dopo il termine del proprio contratto con il Torino: TN ve lo porta in esclusiva
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il 1° luglio è scaduto il contratto di Antonino Asta con il Torino. Già nel 2023/2024 non ha allenato alcuna squadra granata, dopo che per un paio d'anni era stato alla guida dell'Under 18. La prima uscita pubblica dopo il termine del contratto l'ex capitano granata la concede a Toro News, in esclusiva. L'Asta granata non merita quasi presentazioni. Ha vestito la maglia del Toro dal 1997 alla fine del 1999 e poi dall'estate 2000 al 2002. Con il Toro ha raggiunto la Nazionale azzurra, ha collezionato 135 presenze, è stato un simbolo di un periodo turbolento. Poi, sempre in granata ha intrapreso la sua nuova vita da allenatore: dapprima come collaboratore tecnico e successivamente come capo allenatore nelle giovanili. Insomma, Antonino Asta è una delle colonne granata degli ultimi tre decenni.

Buongiorno Antonino. Prima di tutto è contento della scelta di Paolo Vanoli per la Prima Squadra del Torino?"Parliamo di un allenatore che ha fatto la gavetta. Si metterà a disposizione, lo ha già dimostrato nella sua prima apparizione ufficiale a Torino. La scelta di salire a Superga non è da 'paraculo' ma è da persona che possiede dei valori. Non è da tutti. Non so se sia in continuità con le idee tattiche di Juric. Il croato ha lasciato un segno con il suo credo, pressing a tutto campo e pressione uomo su uomo. Vanoli ha cambiato parecchio anche nello stesso Venezia, ama verticalizzare con le sue squadre. Vedremo se giocherà a tre o a quattro. Secondo me, è stato preso un allenatore molto valido. La persona la conosco e dico che è di qualità". 

A Euro 2024 avrebbero meritato la loro occasione i granata Bellanova e Buongiorno?"In virtù delle difficoltà della Nazionale le domande sorgono spontanee. Lo stesso Spalletti parlava di senno del poi, purtroppo è però il presente che conta quando alleni. Comunque, Bellanova e soprattutto Buongiorno meritavano una chance". 

Si priverebbe mai di Buongiorno?"Siamo entrati in un sistema generale nel quale nessuno è più incedibile. Se il Napoli concretizza un'offerta che accontenta il Torino e il giocatore, allora è nella natura delle cose che l'operazione vada a buon fine, fa parte dei tempi e di questo calcio. Alessandro tiene alla maglia granata in modo spasmodico, però oggi in ogni categoria e in ogni squadra puoi privarti di tutti. L'importante è rimpiazzare chi va via con giocatori dello stesso valore". 

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Vanoli potrebbe dare qualche occasione in più ai giovani del vivaio granata?"Juric ha dato spazio ai giovani, magari non a quelli cresciuti nel settore giovanile del Torino, però un Gineitis l'ha fatto giocare parecchio. Juric ha dato spazio a diversi ragazzi giovani, però si può fare di più con quelli che seguono la filiera nel settore giovanile granata. Per Juric i vari Savva, Dellavalle e Ciammaglichella erano bravi ma ancora acerbi per la Prima Squadra. Vanoli starà attento a valutare tutti. Del resto, negli ultimi giorni anche in Nazionale si è parlato molto dei settori giovanili. Io ho sempre avuto la mia teoria sui giovani: uno alla volta li puoi inserire nel contesto di una Prima Squadra perché le loro mancanze sono sopperite dagli altri interpreti. Tre o quattro tutti insieme possono andare in difficoltà, ma presi singolarmente possono figurare meglio e valorizzarsi di più". 

Dalle giovanili granata era lecito aspettarsi qualcosa in più nel 2023/2024?"Mi pare brutto parlare da fuori, però conoscendo i giocatori che componevano le varie rose mi sento di dire che quasi con ciascuna squadra dall'Under 14 all'Under 19 si poteva fare meglio; è vero che per la prima volta Under 14, Under 15, Under 16 e Under 17 si sono qualificate per i play-off, però è altrettanto vero che sono uscite malamente al primo turno della post-season e alcuni risultati sono stati abbastanza roboanti. L'Under 18 e l'Under 19 non si sono qualificate, a differenza del passato. Per la Primavera è facile dire che mi attendevo di più. Le attenuanti sono sempre tante, però le ultime due squadre Primavera del Toro sono state di livello importante. Nel 2022/2023 ha chiuso al secondo posto per poi uscire ai play-off, mentre nel 2023/2024 con una rosa rafforzata e al limite della soglia età non ha agguantato nemmeno i play-off. Qualcosa non ha funzionato: dirlo è un dato di fatto, è oggettivo, non critico solo perché sono fuori dal Toro".

Per rilanciare i settori giovani in Italia cosa farebbe?"Quando si parla di settore giovanile bisogna pensare alla filiera dall'Under 14 all'Under 19. Del resto, il prospetto cresce nel triennio tra l'Under 14 e l'Under 16: in quel lasso di tempo l'allenatore può davvero incidere. Bisogna curare di più quelle tre annate, quelle appena successive alla Scuola Calcio. Ogni squadra deve avere almeno due o tre allenatori, ovvio c'è un capo ma sotto ci sono altri tecnici,  perché ogni ragazzo per crescere deve avere una guida quotidiana e personalizzata. Bisogna lavorare a fondo sulle peculiarità del singolo. Se hai ventidue o ventitrè ragazzi e sei da solo come allenatore, non puoi occuparti in modo specifico di ciascuno. Il lavoro individualizzato può essere una strada per rilanciare i settori giovanili". 

Per il suo futuro bolle qualcosa in pentola?"Qualche dinamica c'è stata, però non bolle nulla. Le squadre sono sempre le stesse, ma gli allenatori sono tanti. Come me, ci sono tanti colleghi fermi. In questo periodo bisogna aggiornarsi, conoscere le categorie, le squadre. Bisogna rubare dall'uno e dall'altro. Il calcio è sempre in movimento e in aggiornamento". 

Le è dispiaciuto lasciare il Toro?"Beh, la risposta è ovvia. Vivo a Torino e non passa un minuto quando passeggio per strada che non mi fermino e mi chiedano perché non sono più nel Toro. Ognuno ha la sua verità, io ho la mia e in società non hanno molta voglia di farla uscire la verità. Io ho fatto di tutto per il Toro, non so se vale il viceversa. Questo non vale tanto per il presidente, quanto per chi gestisce il settore giovanile di questi tempi. Tuttavia, non rimpiango nulla: ho fatto tutto con passione, amore e competenza. Però, se non ci si capisce più, è giusto allontanarsi. Vado avanti per la mia strada con umiltà e a testa alta". 

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