Andrea Ardito oggi è direttore tecnico di una squadra in Eccellenza lombarda. Un tempo è stato un buon centrocampista di Torino e Bologna. Sia in campo sia fuori dal campo si è sempre distinto per la sua pacatezza e la sua volontà di imparare ogni volta qualcosa di nuovo. Proprio per questo si è fatto apprezzare in maglia granata, sebbene l'abbia vestita in stagioni non semplici per il club. In esclusiva su Toro News torna a parlare dopo la sconfitta per 3 a 2 del Torino a Bologna.


Esclusiva
Ardito a TN: “Casadei? All’inizio commetterà errori, ma bisognerà perdonarlo”
Buongiorno Andrea. Quali sono gli aspetti negativi della sconfitta di Bologna?"La cosa importante dei primi mesi del 2025 è stata la reazione della squadra alle gravi difficoltà occorse in autunno. I risultati e soprattutto le prestazioni hanno restituito un po' di fiducia all'ambiente e hanno aggiustato la classifica. Gli innesti di gennaio possono dare una mano. Il dispiacere può essere che Casadei e Biraghi negli episodi hanno condizionato la partita di Bologna, però questo nulla toglie al loro valore. Spiace per l'esito di Bologna, però il vero aspetto positivo per il mondo Toro dev'essere la reazione avuta dalla squadra nell'ultimo periodo".
Ha parlato dei nuovi innesti: cosa si aspetta da Casadei?"Partirei dal fatto che in Premier League ha giocato poco. Quindi, Casadei ha bisogno di tempo: tutti devono capirlo. Casadei è un ragazzo giovane che ha fatto bene a livello giovanile, ma a livello di Prima Squadra non ha mai trovato continuità. Quindi, gli errori nella fase iniziale ci saranno e bisognerà perdonarglieli perché è un ragazzo con ottime prospettive. Mi sembra molto funzionale al modo di giocare di Vanoli, ciò lo aiuterà".
Elmas può spostare gli equilibri?"Elmas nell'immediato è l'acquisto più importante nel mercato di gennaio. La grande giocata di Bologna lo conferma. Casadei e Biraghi potrebbero essere maggiormente coinvolti nella fase offensiva con un centrocampo a cinque, però Biraghi è uno abituato a giocare a quattro nella Fiorentina e Casadei è un ragazzo che si deve ancora formare. Dunque, potranno dare il loro contributo nel 4-2-3-1 e a Casadei non mancheranno le occasioni per inserirsi".
Non avere un grosso obiettivo da raggiungere può essere un vantaggio o uno svantaggio?"Diciamo che questa è una costante negli ultimi anni del Toro. Con Cairo presidente sono stati pochi gli anni con una lotta aperta fino all'ultimo. Quindi, il Toro è in linea con il passato. Ho avuto l'onore e il piacere di vestire la maglia granata e so per certo che quando si indossa quella casacca le ambizioni e le motivazioni arrivano da sole, senza il bisogno di un obiettivo per alzare l'asticella, altrimenti si è mezzi giocatori. Quando vesti il Toro, le motivazioni sono sempre alte e bisogna lavorare per tenersi stretto il legame con il club".
Si può magari già pensare alla programmazione per il prossimo futuro?"Sì, a maggior ragione per il Toro che è una società che deve muoversi con un budget limitato. Dunque, la programmazione diventa fondamentale. Nello stesso tempo se non hai grandi cifre a disposizione devi sempre aspettare gli ultimi giorni di calciomercato per trovare le occasioni giuste. In questo caso deve essere bravo il direttore in concerto con l'allenatore".
Non ha abbandonato il mondo del calcio: oggi è direttore tecnico dell'Alta Brianza Tavernerio in Eccellenza lombarda."Sì, mi sono staccato dal ruolo di allenatore della Prima Squadra. Sono un responsabile tecnico atipico. Non mi piace stare dietro la scrivania. Continuo ad andare in campo e cerco di trasmettere le mie conoscenze ai ragazzi. Il mio nuovo ruolo è diverso rispetto al passato ma è appagante".
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