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interviste
Ardito, innanzitutto come sta?
“Sempre meglio. Ieri ho ripreso a correre, sento ancora qualche fitta, ma stringendo i denti spero di esserci per Catania. Vediamo la...
Ardito, innanzitutto come sta?
“Sempre meglio. Ieri ho ripreso a correre, sento ancora qualche fitta, ma stringendo i denti spero di esserci per Catania. Vediamo la radiografia che farò domani”.
Ma come si è procurato queste tre costole incrinate?
“Una botta di Vantaggiato, contro il Bari, una gomitata tanto dura quanto involontaria”.
Come ha visto il Toro da fuori?
“Bene in tutte e tre le partite. Contro il Piacenza la squadra ha giocato il miglior primo tempo della stagione, a Mantova è stata una prova un po’ più incolore ma le nostre occasioni le abbiamo avute, contro il Cesena siamo venuti fuori alla grande alla distanza”.
Lei che è arrivato al Toro con i Lodisti si sarebbe mai immaginato di trovarsi secondo in classifica due mesi e mezzo fa?
“La differenza la sta facendo il gruppo. Non abbiamo fatto una vera preparazione, ma siamo stati molto uniti fin dall’inizio, poi sono arrivati giocatori importanti a settembre, soprattutto giocatori capaci di inserisi molto bene. Come Muzzi, un esempio per tutti, una piacevole sorpresa per il grande entusiasmo che trasmette sempre”.
Mai pensato durante l’estate di aver fatto una scelta sbagliata, magari quando Giovannone…
“Certo, in quei giorni un po’ di paura c’era. Se arrivava Giovannone ci saremmo trovati in mezzo alle contestazioni, ricordo quello che è successo a Giaveno. Per fortuna, tutto si è risolto per il meglio. Oggi abbiamo alle spalle una società importante, un ottimo staff tecnico e un tifo incredibile. Me ne sono reso conto stando fuori, quando sei in campo fai meno caso a certe cose. La Maratona è eccezionale”.
Qual è l’obiettivo di Ardito?
“Quello di tutti è naturalmente andare in serie A, il mio è segnare un gol sotto la Maratona. Ma più di uno non ne prometto, di solito segno ogni due-tre anni… A parte quello la cosa più importante è tornare a giocare con continuità”.
Nelle ultime due stagioni ha passato di tutto, vero?
“Sono stato promosso in A con il Siena e dopo dieci partite mi sono rotto il crociato. Ho voglia di tornare a correre senza smettere mai”.
L’esperienza con il Toro è…
“La squadra più forte dove abbia mai giocato. Io ho iniziato in Interregionale e ho fatto tutte le categorie, fino ad arrivare alla serie A. Ogni volta penso di essere arrivato in una squadra al momento giusto. Forse non ero pronto per la A quando sono stato promosso col Como e quindi sono ripartito dalla B col Siena. Adesso col Toro cerco un’altra promozione e la conferma anche nel grande calcio. Ho voglia di giocare il derby, affrontare Emerson, Vieira e i campioni delle grandi squadre”.
Si comincia già a parlare di mercato: alcuni suoi compagni hanno detto di essere infastiditi da queste voci. Lei?
“E’ normale che avvicinandosi gennaio si parli di mercato. Qualcuno arriverà, qualcun altro partirà, fa parte del gioco, l’importante è che chi arriva sia gente di qualità capace di inserirsi bene nel nostro gruppo, che è alla base dei successi che stiamo ottenendo”.
Ardito non teme nulla perché ormai è diventato insostituibile…
“Non scherziamo. Non ci sono leader, non ci sono elementi insostituibili in questo Toro. Stellone per noi è molto importante, perché è un attaccante dalle caratteristiche particolari, ma tutti stanno dando il loro contributo”.
E Ardito come si trova a Torino?
“Sono qui con mia moglie, abitiamo dietro Porta Susa. La città piace molto a entrambi, speriamo di rimanerci a lungo”.
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