In casa Torino si mastica molto amaro durante questa sosta per le Nazionali in seguito alla pesante sconfitta nel derby di sabato scorso contro la Juventus. La stracittadina dell'ultimo turno di campionato ha visto i granata del tutto arrendevoli e che si sono arresi agli avversari bianconeri senza provare nemmeno a metterli in difficoltà. In seguito a tale prestazione che ha portato molto malumore nella piazza, abbiamo chiesto un parere ad un ex granata che di derby da protagonista ne ha vissuti parecchi sia in campo che in panchina a livello di settore giovanile. Si tratta di Antonino Asta, simbolo del Toro che ha indossato la maglia granata da giocatore tra il 1997 e il 2002 (esclusi sei mesi di comproprietà col Napoli in cui ha giocato per gli azzurri) e poi ha allenato a più riprese diverse formazioni del settore giovanile del Torino, ultima esperienza quella con l'Under 18 tra il 2021 e il 2023.
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Asta a TN: “Derby? Serviva essere più in partita, Toro non aggressivo e produttivo”
Buongiorno Antonino, cosa le è piaciuto di meno del Torino nel derby?"Dare un giudizio positivo purtroppo è dura. Si può dire che si poteva essere più aggressivi e di tutto e di più ma a mio avviso il problema è stato l'essere così poco produttivi. Il Toro è riuscito ad essere pericoloso con Sanabria ma solo all'89', dispiace quello. Ci può stare l'inferiorità ma essere più in partita era importante. Non bisogna cercare di nascondere il fatto che giocatori come Zapata e Adams sono importanti in questa squadra. La Juve aveva anche giocato in Champions League a Lille martedì sera ma non ha fatto molti cambi e poteva essere la volta buona per provare ad essere più pericolosi dato che il secondo tempo dei bianconeri è stato al risparmio nel palleggio. Lì pensavo che il Toro potesse fare più male. In questo momento ha tanti giocatori fuori anche la Juve e non ha fatto tanti cambi, nel secondo tempo secondo me il Toro è venuto un po' meno. Poteva essere più arrembante negli ultimi 30 minuti, o almeno speravo".
In molti hanno parlato di poco senso di appartenenza dei giocatori, è d’accordo?"Quando si perde un derby così è normale che si pensi che non sia stata messa la gamba oppure che si poteva dare di più. Io mi auguro e spero che non sia così: se non si è capito che questa è una partita diversa dalle altre e tutti i discorsi che sono stati fatti in settimana, allora è un problema se un giocatore non lo capisce. Non credo questo, penso che sia stata solo una gara in cui non si è riusciti ad essere incisivi, serviva essere più aggressivi. Mi auguro che non sia una questione di mancata grinta in un derby perché sarebbe un problema, ci possono essere anche mancanze e lacune".
Dove può arrivare questo Torino a fine stagione?"Nelle prime partite con Zapata e Adams la squadra girava bene, ora si sta livellando di nuovo il Toro con quel galleggiamento al 10° posto. Quando entri in un cortice negativo può succedere di tutto ma io credo che sia una squadra che, pur nelle sue difficoltà, non rischia la retrocessione anche se sento questo discorsi. Penso che siano giocatori in grado di fare un campionato dignitoso anche nelle difficoltà attuali. La classifica è ancora discreta pur avendo perso 6 delle ultime 7 partite e questo fa capire quando si era fatto bene prima, i punti fatti per restare più in alto sono stati dilapidati ma ora si può ripartire da zero".
Vanoli adesso avrà due settimane per preparare la partita con il Monza, la sosta arriva nel momento giusto?"Ogni allenatore le sue idee, io ho grande stima in Vanoli ma io credo che la cosa migliore sia resettare visto che si arriva da una situazione così. Poi c'è sempre chi dice che sia meglio giocare subito e altri che invece preferiscono la pausa. L'allenatore adesso avrà tempo per nuove idee tattiche per la squadra, è vero però anche che vanno via tanti giocatori per le Nazionali e non è facile lavorare. Ci sarà anche il tempo per capire se è davvero arrivato il momento di cambiare sistema di gioco, lui ce l'ha nelle sue corde. Vanoli anche a Venezia ha cambiato modulo mettendosi talvolta a quattro dietro. Un allenatore deve provarle tutte, soprattutto quando le cose purtroppo non vanno bene, ha detto lui stesso che deve dare di più. In tal caso la sosta può quindi aiutare, Vanoli ha confermato di avere dei giocatori adatti ad un modulo con difesa a quattro. In questo momento bisogna pensare al collettivo e non al singolo, al 'noi' e non ad un 'io'. Da allenatore serve pensare al bene della squadra, anche a costo di lasciare fuori qualche nome illustre. Non conta più chi gioca e chi entra o chi sta fuori col muso, tutti devono essere incisivi e aiutare i compagni in questo momento qui".
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