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interviste
di Gianluca Sacchetto
L’ultimo Toro vero, l’ultimo Toro capace di assaporare il gusto dell’Europa e terminare la stagione senza sconfitte nei derby. Stiamo parlando della squadra allenata...
"di Gianluca Sacchetto
L’ultimo Toro vero, l’ultimo Toro capace di assaporare il gusto dell’Europa e terminare la stagione senza sconfitte nei derby. Stiamo parlando della squadra allenata da Giancarlo Camolese nella stagione 2001/2002, che ottenne l’undicesima piazza in serie A e nelle cui fila militava un certo Antonino Asta. Un campionato in cui i granata, grazie anche alle superbe prestazione del suo capitano, erano riusciti a sconfiggere quasi tutte le big: dal Milan alla Fiorentina, dalla Lazio al Parma. Ora quell’ala rapida e scattante, mai dimenticata dai tifosi, allena gli Allievi del Toro, e la sua carriera da tecnico sembra ripercorrere ciò che ha fatto vedere sul campo. Secondo posto in campionato, ad un punto di distacco dalla capolista Sampdoria, e nove vittorie ed un pareggio nelle ultime dieci partite.
Quest’anno solo una Sampdoria così forte riesce a starvi davanti?
La Samp è una squadra importante, con una società che investe sui giovani da anni. Per noi è una soddisfazione essere praticamente al loro livello, cercheremo di migliorare giorno dopo giorno. Domenica sarà sicuramente una tappa importante del nostro campionato, dopodichè penseremo anche al Maggioni.
Senza dubbio il gruppo. Nelle mie squadre è la cosa che conta di più, è la forza consolidata. Ci sono anche giocatori bravi che si mettono a disposizione della squadra, ma bisogna fare tanti sacrifici per essere al livello di so cietà che investono in maniera decisamente maggiore sul settore giovanile. Da me non ci sono né titolari né riserve, tutti danno il loro contributo alla causa.
Parlando, invece di Prima squadra, l’arrivo di Camolese ha dato nuovo entusiasmo. Che tipo di allenatore è?
È eccezionale. Tanto sotto l’aspetto umano, quanto sotto quello tecnico e tattico. Sono rimasto molto contento del suo arrivo, è stata la scelta migliore senza ombra di dubbio. Lui tifa Toro, era andato via malamente e, secondo me, era destino che dovesse tornare alla guida della squadra.
Sotto la sua guida la migliore stagione del Toro negli ultimi quindici anni.
La gente pensa che contino solo i risultati nel calcio. Ma per arrivare a quelli bisogna gestire al meglio una squadra e lui l’aveva fatto alla grande. Domostrava capacità, intelligenza. Quel biennio era stato eccezionale: prima la cavalcata in serie B con la serie di risultati positivi, e poi la salvezza in serie A con qualificazione in Intertoto. Tutto ciò con giocatori normali, che però si applicavano molto.
E anche il suo migliore campionato sotto la gestione di Camolese
Sicuramente sì. Con lui ho un rapporto particolare ed è anche merito suo se ho raggiunto la nazionale e mi sono tolto anche altre piccole soddisfazioni personali.
Un giocatore di oggi che ricorda maggiormente le sue caratteristiche?
Abate. Ha quantità e qualità, arriva fino sul fondo per crossare, si sacrifica per la squadra. È un giocatore che dà tutto sul terreno di gioco e che ha ampi margini di miglioramento. Sarebbe un giocatore da tenere a tutti i costi ma è anche vero che il Milan punterà molto su di lui.
Questo Toro, alla fine, riuscirà a salvarsi?
"Ce lo chiediamo tutti. Spero e mi auguro di sì, anche perché sarebbe un peccato retrocedere nell’anno in cui sono stati fatti gli investimenti migliori. Soprattutto, poi, per dare continuità, visto che finora il Toro di Cairo è sempre riuscito a salvarsi in serie A. E a trovarne giovamento sarebbe anche tutto il settore giovanile, che riceverebbe una grande forza. È anche vero però che nel calcio contano tante altre cose, come organizzazione, programmazione, lavoro quotidiano. Altrimenti l’Inter non sarebbe stata tanto tempo senza vincere. La speranza è che con Camolese cambino le cose e lui ne ha le capacità per arrivare alla salvezza.
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