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Auguri Eraldo Pecci: “Il calcio riparta: è la cosa più importante tra le meno importanti”

Esclusiva TN / "Piedone" compie oggi 65 anni: "Il calcio ha una sua specificità che lo rende diverso dagli altri sport. Per questo è giusto che si pensi al completamento del campionato"

Gianluca Sartori

"Come Eraldo Pecci ce ne sono pochi. È una Pasqua particolare per "Piedone", perchè coincide con il suo 65° compleanno. Il tempo passa veloce ma il buon Eraldo non cambia mai: il mix tutto romagnolo tra ironia e saggezza che anima le sue riflessioni lo rende unico. Questo avrebbe potuto essere un giorno per festeggiare due volte, ma ovviamente l'emergenza che sta vivendo il Paese consegna a questa giornata un retrogusto del tutto diverso. "Passerò questo compleanno restando a casa come è ovvio - ci racconta Eraldo in una breve chiacchierata -. È dura e lunga, ma non c'è alternativa, rispettiamo le regole e cerchiamo di dare il nostro contributo per far terminare questo tsunami che ci ha colpiti tutti". 

"L'IMPORTANZA DEL CALCIO - Uno tsunami che ovviamente ha colpito anche lo sport. Il calcio, tuttavia, non ha intenzione di alzare bandiera bianca. A differenza di pallavolo e pallacanestro, l'idea è quella di far terminare i campionati, sempre che il coronavirus lo permetta. Perchè il calcio ha una specificità tutta sua, ha detto il presidente federale Gravina. "Ha ragione - spiega Pecci -. Bisogna osservare la situazione attuale da tutte le angolazioni. Le condizioni sanitarie devono avere la precedenza, ma è fisiologico che il calcio cerchi di ripartire il prima possibile. Oggettivamente, il nostro sport ha un'altra importanza, almeno in Italia, rispetto a tutti gli altri. Quando ci sono i Mondiali di calcio, il paese si ferma. Quando invece ci sono i Mondiali degli altri sport, in molti nemmeno lo sanno". I motivi sono molteplici: "C'è una partecipazione talmente alta, che il calcio in Italia è un'istituzione, fa parte delle nostre tradizioni. Vederlo ripartire, ovviamente quando possibile, avrebbe un significato simbolico. E poi c'è un tema economico che non si può certamente trascurare. Bisogna cominciare a pensare al futuro del calcio, che è la cosa più importante tra le meno importanti". Pecci argomenta con arguzia e dargli torto è complicato.

"COME RIPARTIRE - Il Ministro dello Sport, Spadafora, ha aperto alla possibilità che dal 4 maggio possano riprendere gli allenamenti. Così anche il Toro, che ha giocato l'ultima partita il 29 febbraio, deve pensare a una possibile conclusione di un campionato che è stato assolutamente disgraziato. "In realtà mi sa che il Torino era fermo già da un po', anche prima del coronavirus - punge Pecci, come è nel suo stile -. Ma ora non è il momento di pensare agli interessi di bottega. So che il presidente Cairo considerava il campionato terminato, ma mi auguro che si possa prendere una decisione ragionando di sistema, nell'interesse di tutti". E noi ti auguriamo buon compleanno: cento di questi giorni, Eraldo.