Ancora in tanti oggi sotto la Mole ricordano con caloroso affetto la grinta e l’attaccamento alla casacca granata di Jacopo Balestri. Laterale difensivo di spinta, con il Torino ha collezionato 76 presenze tra il 2005 e il 2007. A metà cammino, precisamente l’11 giugno 2006, visse una notte magica allo stadio “Delle Alpi” di Torino di fronte a un pubblico da record: fu la notte del ritorno granata in Serie A grazie a una rimonta epica sul Mantova. Fu ribaltato il 4 a 2 del “Martelli” grazie ai timbri di Rosina, Muzzi e Nicola. Balestri fu in campo tutti e 120 i minuti e racconta in esclusiva su Toro News le sue emozioni.
Esclusiva
Balestri a TN ricorda la finale con il Mantova: “Rimane tanto di quella notte”
Buongiorno Jacopo, cosa rimane a livello emotivo dopo tanti anni di quella serata?
“Le emozioni del campo furono tante. La partita fu intensa e fu vissuta non soltanto quella sera, ma anche nei giorni precedenti. Dopo una sconfitta sonante a Mantova, avevamo bisogno di una grande prestazione. La cornice di pubblico fu magnifica, la performance fantastica. Rimane tanto di quella notte e penso che rimarrà sempre tanto”.
Quella settimana prima della finale di ritorno ha capito ancor meglio che cos’è il Torino?
“Quella settimana fu contraddistinta dalla vicinanza dei tifosi. Vennero in tantissimi alla rifinitura di Borgaro. Con loro parlammo in palestra della partita che sarebbe andata in scena la sera dopo. Loro ci diedero il massimo sostegno consapevoli del fatto che il match arrivava al termine di una stagione strepitosa. Sapevamo di affrontare un Mantova molto forte e temibile. Conoscevamo tutte le difficoltà della gara. Servirono determinazione e fortuna”.
Qual è stato il segreto di quella squadra costruita all’ultimo momento utile a settembre?
“Eravamo un gruppo di uomini prima che di giocatori. Avevamo il piacere di stare assieme. Mi ricordo che spesso mi fermavo con i miei compagni dopo gli allenamenti. Nei momenti difficili tutto questo ci aiutò a raggiungere un obiettivo per niente scontato”.
Decisivo quella notte fu Davide Nicola, oggi mago delle salvezze in Serie A. Si aspettava un Nicola così bravo in panchina?
“Davide è stato il mio compagno di stanza al Torino. Abbiamo convissuto un anno insieme. Sa scherzare e stare al gioco e sa anche essere serio quando serve. Ha una grande forza interiore. Quello che sta facendo se l’è guadagnato: sono felicissimo per lui. Su Davide posso spendere solo parole belle. Ha dovuto affrontare situazioni di vita che non si augurano a nessuno, questo lo ha reso più forte. Spero possa migliorare ulteriormente”.
Passiamo all’oggi: come giudica la stagione del Torino?
“La stagione è stata positiva e il Toro ha giocato ottime partite. È stato propositivo contro tutti. Ha dato anche continuità in certi periodi. Juric ha dato un’impronta importante alla squadra. Andare avanti con lui significa permettere al Toro di avere già delle basi su cui fondare il proprio lavoro. Poi, tanto dipenderà dal mercato e da come si evolverà”.
Da ex laterale difensivo, le piacciono Wilfried Singo e Mergim Vojvoda?
“Sì, molto. Singo è migliorato tanto nell’ultimo anno e mezzo, soprattutto a livello tattico. Sa spingere con continuità e ha anche segnato, trovando ottimi tempi per l’inserimento. Credo sia maturato parecchio. Vojvoda ha giocato a sinistra anche se destro. Ha dimostrato qualità importanti sia tecniche sia di corsa; mi piace il suo temperamento”.
Dove può migliorare il Toro?
“Molto dipenderà dal mercato e dalle sue dinamiche. Brekalo, ad esempio, è stato determinante nell’ultimo passaggio e nel cambio passo; legava bene la squadra tra la fase difensiva e quella offensiva. Già il croato bisognerà sostituirlo con un giocatore di caratteristiche simili. Il Torino dovrà poi scegliere bene nel caso in cui dovesse andar via il suo miglior difensore, ovvero Bremer; bisognerà fare un’operazione di primo livello per tappare il buco. Lo stesso vale per l’attacco e per Belotti”.
A proposito di Andrea Belotti l’ambiente granata si sta indispettendo di quest’attesa: sta sbagliando il “Gallo”?
“Capisco la gente. Belotti ha però dato tanto alla causa granata, ha giocato spesso e volentieri anche in condizioni fisiche non ottimali. Si è sempre speso per gli altri e per la squadra. Credo che bisogna dare a Belotti i giusti meriti perché ha fatto la storia del Toro. Ora bisogna comunque capire quali siano le volontà dell’una e dell’altra parte. Se ci fossero meno stimoli, allora è giusto separarsi. Penso che Vagnati, Cairo e lo stesso Belotti saranno in grado di gestire questo momento”.
E oggi Balestri cosa fa?
“Sto collaborando con Claudio Vigorelli come scouting. Vado in giro a scovare qualche giovane talento, sperando di trovare qualche giocatore che possa diventare professionista in futuro. Sono contento di lavorare in ambito calcistico e spero di togliermi soddisfazioni anche in quest'altra veste”.
Ci sono profili da segnalare al Toro?
“Ci sono tanti giocatori dalle qualità importanti. Non è facile consigliare un giocatore piuttosto che un altro perché molto dipende da quello che vuole l’allenatore. I giocatori ci sono, bisogna collocarli nei giusti contesti”.
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