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Beretta a TN: “Negli ultimi anni nessuno meglio di Mazzarri al Toro”
Allenatore con un passato anche nel Torino nella stagione 2009/10 (appena 4 partite in un'annata particolarmente difficile e turbolenta), Mario Beretta si è concesso in esclusiva ai microfoni di Toro News per analizzare i temi principali in casa granata in vista della trasferta di Cagliari. Beretta conosce molto bene la realtà sarda, essendo stato per tanti anni coordinatore del settore giovanile.
Buongiorno mister. Che partita si aspetta lunedì sera tra Cagliari e Torino?
“Come tutte le partite del Toro mi aspetto una gara di grande intensità perché Juric ha quest'idea di calcio e credo che la partita andrà su binari molto intensi anche perché poi dall’altra parte c’è un Cagliari che deve togliersi dai bassifondi della classifica. Sarà una gara forse molto bella anche dal punto di vista tecnico, ma sicuramente lo sarà negli aspetti che dicevo prima”.
La mano di Juric si vede in questo percorso del Torino e secondo lei si poteva raccogliere qualcosa in più?
“La mano di Juric si vede sicuramente, è una squadra caratterizzata dalle idee dell’allenatore e che sta facendo un percorso positivo. Andando a vedere l’ultima partita, passare dal 2-0 al 2-2 significa perdere qualche punto prezioso. Io però penso che a fine anno dopo le 38 partite qualcosa si perde ma qualcosa si guadagna e i punti sono sempre quelli che uno si merita”.
Quando perdi quattro partite consecutive in trasferta per 1-0 può capitare che nel gruppo si inizi a creare qualche insicurezza per il fatto di non riuscire a far gol e punti? Oppure è una cosa alla quale non si dà peso?
“Magari un piccolo pensiero può esserci inizialmente, poi quando vai in campo pensi solo alla partita. Si spera di riuscire a invertire la tendenza, ma per la mentalità che ha Juric si tende a giocare in casa o fuori con la stessa idea. Si cerca sempre di dominare l’avversario ma l'avversario vuole fare lo stesso. Non bisogna speculare sui risultati e accontentarsi di un punto perché si arriva da quattro sconfitte consecutive in trasferta”.
Si aspettava qualcosa in più da Mazzarri dopo il suo arrivo al Cagliari?
“Secondo me sta facendo anche lui un buon lavoro considerando le problematiche che c’erano ad inizio anno. Anche perché è ovvio che quando un allenatore prende il posto di un altro significa che qualche difficoltà c’è. Adesso ci sarà anche il mercato e se si vuole intervenire si possono seguire le linee dell’allenatore”.
A distanza di anni a lei cosa ha lasciato la sua esperienza così breve nel Torino?
“Intanto sono stato contento di aver avuto la fortuna di allenare il Torino, che è una società gloriosa. Dall’altra parte però non c’è stata la possibilità di lavorare per un lungo periodo. Diciamo che ci sono due sentimenti contrastanti, ecco”.
Mazzarri invece al Toro è stato a lungo e ha fatto bene anche se ha finito in maniera burrascosa. Si può comunque dare un giudizio positivo alla sua esperienza in granata?
“Direi proprio di sì, anche quando andò via lasciò una posizione abbastanza tranquilla. Negli ultimi anni è quello che nel Toro si è piazzato meglio senz'ombra di dubbio”.
Quanto può pagare l’assenza di Belotti il Torino in questi mesi in cui starà fuori?
“Belotti è un giocatore molto importante, la sua assenza può pesare. C’è anche Sanabria che sta facendo un buon campionato però Belotti mi piace molto perché fa gol, si sacrifica, trascina la squadra e ha valori importanti non solo tecnici. La sua assenza può essere un fattore negativo”.
Intervista a cura di Andrea Calderoni e Federico De Milano
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