Si avvicina l'importantissima sfida con l'Inter di sabato. I granata per avere la certezza di terminare il campionato all'ottavo posto devono vincere contro i nerazzurri di Simone Inzaghi. L'ultima volta che il Toro sconfisse in casa l'Inter, i ragazzi di Mazzarri terminarono il campionato qualificandosi per i preliminari di Europa League. Per conoscere lo stato di forma e tutti i segreti della Beneamata abbiamo fatto alcune domande a Fabrizio Biasin, celebre giornalista di Libero dalla dichiarata fede nerazzurra e che è sempre ben informato sui fatti che avvengono ad Appiano Gentile.
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Biasin (Libero): “Rimpianti per Bremer? Siamo contenti così. Darmian dà tutto”
Buongiorno Fabrizio, l'Inter è già qualificata alla Champions dell'anno prossimo, quali sono le motivazioni in vista della prossima gara? Ci si deve aspettare un turnover nerazzurro? "La gara è stata programmata alle 18.30 di sabato, una settimana prima della finale di Champions. Non voglio dire che sia insignificante, ma la partita con l'Atalanta ha tolto tanta pressione per questa partita, che vedrà l'utilizzo di diverse seconde linee e di qualche titolare. Magari qualcuno entrerà in corso d'opera. Varrà come prova generale per la finale di Champions. Io non mi immagino solo riserve. Magari all'inizio si vedranno giocatori di seconda fascia, ma piano piano entreranno anche dei titolari".
L'Inter ha vinto 10 delle ultime 11 partite segnando 28 gol e subendone solo 9, andando solo due volte sotto nel punteggio. Il Toro, però, non perde da cinque partite e si gioca tantissimo in vista dell'ottavo posto. Che partita ci si può aspettare? "Il Toro farà la sua legittima partita perché ha un obiettivo da raggiungere. Mi immagino, perciò, una squadra che cercherà di portare a casa una vittoria che sarebbe prestigiosa perché contro i finalisti di Champions. Sicuramente le motivazioni possono fare la differenza. Nell'Inter ci saranno giocatori che reclamano spazio nella finale di Champions. Non mi immagino una partita a bassa intensità. Sarà una gara con dei buoni contenuti".
Quali potrebbero essere questi giocatori di cui il Toro dovrebbe aver paura? "In attacco per forza di cose, al di là di possibili scelte di Primavera convocati, con Correa ai box, giocherà qualcuno tra i titolarissimi con Dzeko e Lukaku. Forse ci sarà spazio in corso d'opera anche per Lautaro. Stiamo parlando di attaccanti in gran forma che vogliono mantenerla fino a fine stagione. Poi penso che il punto di forza di questa squadra sia il centrocampo. Ci sono quattro giocatori che hanno un livello superiore: ai box (ma dovrebbe recuperare per la finale) c'è Mkhitaryan, gli altri tre sono Barella, Brozovic e Calhanoglu che stanno facendo qualcosa di importante".
Cosa è cambiato da dopo il ritorno col Benfica che ha fatto invertire totalmente trend alla squadra nei risultati? "Credo che sia arrivato il momento della consapevolezza. Questa era una squadra forte che però non sapeva di esserlo. Quando subiva un gol, si intimidiva e aveva paura. Poi ad un certo punto ha capito che non era un problema questo, perché si è resa conto di esser capace di respingere qualunque tipo di avversaria. Nel momento in cui c'è stata questa presa di coscienza (dipesa anche dall'atteggiamento di Inzaghi che è stato bravo a resistere alle critiche e a tenere i nervi saldi) questa squadra è diventata una schiacciasassi. Purtroppo lo ha capito in corso d'opera e non subito. Ha fatto, però, in tempo a salvare la stagione che è diventata una delle migliori nella storia dell'Inter. Questa è una squadra che sa di essere forte, ma che ha l'umiltà di non pretendere di esserlo senza dover fare la partita".
Supercoppa, finale di Champions, qualificazione alla Champions con una giornata di anticipo, Coppa Italia e qualificazione alla Supercoppa dell'anno prossimo. Detto due mesi fa, in pochi ci avrebbero creduto... "Due mesi fa tutti volevano la testa dell'allenatore. Si parlava di esonero di Inzaghi e della sua incapacità di gestire uno spogliatoio ad altissimo livello. Tutto, poi, smentito dai fatti perché a partire dal rigore a tempo scaduto di Juventus-Inter di Coppa Italia, l'Inter ha poi svoltato mentalmente. Ha ritrovato giocatori che quest'anno non ci sono stati. Penso a Lukaku e a Brozovic. Nel momento in cui si è trovata con due giocatori in più di primissima fascia, l'Inter ha veramente svoltato".
Darmian è un ex granata ed eroe di Bilbao nonché goleador nell'ultimo derby vinto dal Toro, che rapporto ha con la tifoseria interista? "Eccellente, oltre l'eccellenza. Quando è sbarcato a Milano non c'era nessuno ad accoglierlo, solo l'autista che era andato a prenderlo. Questo perché sembrava un complemento inutile con poco appeal e poco contenuto tecnico. Adesso è un idolo incontrastato della tifoseria ed è diventato così con pochissime parole e tantissimi fatti. Ha preso il posto di Skriniar, pur non essendo un braccetto nella difesa a tre, ma la differenza con l'ex titolare proprio non si è vista. Viene apprezzato tantissimo dalla tifoseria perché dà sempre il 100%. Lui può giocare bene o benissimo o meno bene, ma la certezza è che gioca sempre al 100% e questa cosa piace tantissimo alla gente. Ci si accorge quando non c'è. L'allenatore sa che ci sono giocatori che vanno stimolati, altri pungolati. Poi ci sono alcuni rari, come lui, che, invece, non hanno bisogno di nessuna istruzione e sanno quello che devono fare".
A posteriori, sapendo com'era arrivato Acerbi e come andrà via Skriniar, ci sono rimpianti per non aver preso Bremer? "In questo momento siamo tutti contenti di come sono andate le cose. L'unico rimpianto è non aver venduto Skriniar perché si sarebbero portati a casa un sacco di soldi e a quel punto si sarebbe potuta completare la difesa in maniere più importante. Al momento questa è una difesa un po' datata: Acerbi e Darmian hanno la loro età, D'Ambrosio anche... Stanno, però, giocando tutti ad un grosso livello. Sono tutti contenti così adesso. Acerbi è un altro che non voleva nessuno. Anch'io l'ultimo giorno di mercato non ero così contento. Eppure ha stupito tutti, giocando una partita meglio dell'altra. L'Inter ha una dirigenza che è capace di prendere determinate decisioni anche quando non ha quattrini da spendere".
Marotta alla Juve l'aveva già fatto con i vari Barzagli, Pogba e tanti altri. "Si si si, sia Marotta che Ausilio sono stati proprio bravi secondo me. Da almeno 4 sessioni di mercato lavorano con zero euro a disposizione, anzi devono portare soldi in cassa. Mantenere alto il livello di competitività non spendendo significa che è stato fatto un lavoro importante".
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