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Esclusiva

Boosta (Subsonica) a TN: “Juric? Mi sono goduto il triennio. Ma giusto lasciarsi”

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In esclusiva su Toro News le parole del torinese e torinista co-fondatore e tastierista dei Subsonica
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Boosta, cofondatore e tastierista dei Subsonica, interviene in esclusiva su Toro News per parlare della sua passione più grande dopo la musica, ovvero il Torino. Davide Dileo è torinese e torinista e manca raramente allo stadio "Olimpico-Grande Torino".

Buongiorno Davide. Ci crede a un piazzamento al nono posto per il Toro?"Sì, possiamo farcela benissimo perché è una partita secca e quest'anno in alcune partite secche contro squadre più in alto di noi in classifica abbiamo fatto molto bene, vedi la gara d'andata contro l'Atalanta. Abbiamo avuto un po' di match point non concretizzati, però come diceva Frankestein Junior penso che si può fare". 

Condivide le parole di Juric dopo la vittoria sul Milan?"C'è poco da condividere, le comprendo. Penso che sia come in una relazione: se non ti ami, perché devi stare insieme? Giusto lasciarsi, sperando che il futuro porti cose nuove. Era da un po' di tempo che si poteva intuire la fine del rapporto. Nella vita finiscono cose ben più grandi che un rapporto tra un club e un allenatore, quindi nessuna sorpresa". 

Le sono piaciute le tre annate di Juric sotto la Mole?"Sì, mi sono piaciuti. Ci siamo goduti questo triennio, abbiamo avuto qualche bel momento. Non è mancata la sofferenza, ma fa parte della nostra anima granata. Del resto, arriviamo all'ultima gara della stagione ancora in lotta per l'Europa, non per la salvezza, il che non era scontato prima di questi tre anni. Mi sento abbastanza ottimista: abbiamo tre ragazzi che andranno alle preselezioni della Nazionale azzurra per l'Europeo. Poi, è chiaro che tutto è migliorabile. Io faccio il musicista e so cosa significa performare. Ci sono delle volte in cui il protagonista performa meno del previsto, da tifoso o da fan mi arrabbio ma l'errore fa parte del gioco". 

Lei è abituato a performare e una delle variabili che ci possono essere sono i fischi. Si potrebbero evitare?"Sì, ci vorrebbe qualcosa in più da entrambe le parti. Penso che in casa in quest'annata il Torino abbia toppato pochissime gare, quindi ci sono state poche occasioni per fischiare. Ogni parte deve metterci il suo: il tifoso l'anima e la passione, il giocatore l'impegno e la professionalità. I fischi danno fastidio: chi vive di performance sa che il fischio sposta il baricentro. Sono sempre stato abituato a mettermi nei panni degli altri e mi ritengo poco esperto di tutto, non mi permetto quindi di giudicare. Il gioco del calcio è un'altalena continua e soprattutto chi tifa il Toro lo sa. Io mi sento super laico: amo andare allo stadio e godermi le partite, l'attaccamento alla maglia e l'agonismo. Quest'anno da assiduo frequentatore dello stadio mi ritengo soddisfatto". 

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La soddisfa la volontà della società di ripartire da Davide Vagnati come direttore sportivo? "Non voglio fare il democristiano, ma ci tengo a dire una cosa: non conosco un direttore sportivo che in una piazza abbia fatto soltanto bene e abbiamo azzeccato tutti gli acquisti. Ci sono dinamiche del mercato che un semplice tifoso non può comprendere fino in fondo. Proprio per questo il giudizio non è semplice da dare. Ci sono stati acquisti buoni, come Schuurs e Bellanova, e altri che si sono rivelati rattoppi di poco valore. Il calcio è una cosa normalissima: mi devasta di gioia o di tristezza, ma lo vivo così com'è. Nel calcio ci sono migliaia di variabili, se esistesse una sola formula vincente sarebbe troppo facile". 

Un'ultima domanda su Urbano Cairo: in questi 19 anni si aspettava di più? Potrà dare di più nel prosieguo in granata?"Sono tifoso e qualcosa in più me lo attendevo. Bisogna tarare le ambizioni alla squadra che tifi, vedi la stagione del Milan che non è stata malaccio ma la contestazione divampa. Non posso nascondere che in questi 19 anni era lecito aspettarsi qualcosa in più, anche perché se ami una cosa, ti aspetti sempre di più e meglio, proprio come in una relazione. Gli investimenti non sono mancati, però non sempre sono stati corretti. Il processo di Cairo è stato controverso, spero che si possa ripartire dalla crescita vista negli ultimi tre anni. Mi piacerebbe salire con costanza nelle prossime stagioni, dopo essermi stabilizzato a metà classifica".