01:03 min
esclusiva

Bull Brigade, 15 anni di carriera sotto il segno del Toro: “La fede granata è eterna”

L’intervista a Eugenio Borra, cantante della band punk che in questo mese festeggia i 15 anni dall’uscita del primo album con un tour di concerti. Il 5 maggio appuntamento a Torino

I Bull Brigade, storica band punk torinese, festeggiano 15 anni di carriera. Una carriera che ha saputo abbracciare anche la storia e i valori del Torino, raccontando il senso d'appartenenza e il forte legame con la maglia granata. Per celebrare la ricorrenza, la band pubblicherà la ristampa in vinile (in edizione limitata) del suo primo disco, Strade Smarrite; sarà inoltre disponibile negli store digitali la versione acustica di Sulla Collina, celebre brano dei Bull Brigade, che ancora oggi i tifosi granata possono ascoltare allo stadio Olimpico "Grande Torino" durante il riscaldamento della squadra granata. Successivamente partirà tour della band (Londra 15 aprile, Berlino 29 aprile, Torino 5 maggio, Roma 13 maggio, Bologna 20 maggio, Milano 26 maggio. A raccontare il legame tra Bull Brigade e Torino è stato Eugenio Borra, leader della band, qui sulle colonne di Toro News.

Quanto è sentita per voi la ricorrenza? “Il disco è stato uno spartiacque. Da molti è considerato un disco che ha dato una svolta positiva al panorama punk. Dunque è un disco che nel nostro girovagare i nostri fan chiedono sempre. A 15 anni dalla pubblicazione di “Strade Smarrite” abbiamo deciso di fare una ristampa includendo un bonus track, dedicando un mese del 2023 a fare un tour di concerti in cui suoneremo i brani dell’album. L’idea ha subito trovato dei riscontri positivi. Le quattro date italiane saranno in club abbastanza grossi per una band come la nostra. Bologna è già sold-out, Roma e Torino stanno andando molto bene, saremo anche a Berlino e Londra, città in cui ci sono molti italiani, in cui storicamente siamo affezionati”.

Come nasce la tua passione per il Toro? “Nasco in una famiglia con forti radici granata e negli anni ho sempre cercato, nei limiti delle possibilità, di seguire il Toro e di farlo con le modalità che mi sembravano giuste e corrette. Il primo tour di concerti fuori Torino l’ho fatto che non ero nemmeno maggiorenne, ho dedicato la vita alla musica ma in diverse parentesi della mia vita mi sono abbonato allo stadio, in curva Maratona, e ho partecipato alla fondazione del Toro Club di Montanaro, il mio paese, con altri ragazzi che condividono la mia passione. Cerco sempre di incastrare gli impegni per riuscire a vedere le partite o andare allo stadio”.

Il brano Sulla Collina? “L’idea venne fuori il giorno in cui il Toro giocò la partita del Centenario contro l’Empoli. Noi del Toro abbiamo un rapporto particolare con il tema della scomparsa degli affetti. Quel giorno mi vidi sfilare davanti tanti miti del passato e con loro mi sono venuti in mente tanti passaggi fondamentali della mia vita legati al Toro, come ad esempio i ricordi di quando mio nonno mi portava a Superga spiegandomi cosa voleva dire essere del Toro, o ancora a mio zio. Scrissi quella canzone di getto, è dedicata a mio nonno, gli dicevo che si era tanto prodigato per farmi diventare del Torino e in quel momento era come se lui fosse con me. Ancora adesso Venneri passa la canzona durante il riscaldamento. Addirittura la suonarono nella sala del Consiglio Comunale di Vicenza per celebrazioni legate a Romeo Menti”.

Il 4 maggio saranno 74 anni: quanto è importante coltivare il ricordo di quella squadra? “E’ importante perché è un aspetto che rende la nostra squadra quasi unica. Questa sorta di cerimonia degli addii ti fa prendere coscienza del fatto che la fede e il culto di essere del Toro sarà eterno. Questo deve anche responsabilizzare e far sentire il peso di cosa significa essere del Toro anche nell’ottica di un discorso che deve essere tramandato di generazione in generazione”.

Il tour e l’esibizione a Torino del 5 maggio, quale è il vostro rapporto col pubblico torinese? “Torino è la nostra città e i numeri sono sempre stati dalla nostra parte. Per la prima volta saremo all’Hiroshima e per noi è un bel banco di prova. Uno di quei locali dove si generano dati che definiscono la grandezza di una band in un determinato circuito. E i dati provvisori ci fanno essere fiduciosi sul fatto che sarà una bella serata. E, ovviamente, ne siamo molto gasati”.