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interviste
Claudio Sala, l’inimitabile, l’unico, il grande. I suoi cross erano una sirena irresistibile per i “gemelli” che incornavano con dovizia la porta avversaria. Oggi l’ex campione, analizza il nuovo Toro, risorto e...
Claudio Sala, l’inimitabile, l’unico, il grande. I suoi cross erano una sirena irresistibile per i “gemelli” che incornavano con dovizia la porta avversaria. Oggi l’ex campione, analizza il nuovo Toro, risorto e promosso, con la sua proverbiale franchezza e l’esperienza che ha maturato nella sua gloriosa carriera.
Se ad agosto dell’anno scorso le avessi detto che il Toro avrebbe giocato in serie A e la Juve, forse, sarebbe stata retrocessa cosa avrebbe detto?
Che era pazzo. Non ci avrei mai creduto. In effetti, però, dopo un anno è cambiato tutto.
Cosa è cambiato?
Calciopoli è nata per tanti motivi, nessuno aveva il coraggio di parlare. Era ora di rompere questi vantaggi che aveva la Juventus. Anche le altre squadre hanno combinato qualcosa, il sistema era quello. Le intercettazioni hanno destabilizzato il mondo del calcio. Sono state trovate a Torino, stavano per essere insabbiate, ma per fortuna la procura di Napoli e Roma hanno perseguito fino in fondo.
Secondo lei, Napoli ha voluto proseguire perché vendicare la triste retrocessione?
Non lo so. Però è strano che intercettazioni di quel livello, a Torino, stavano forse per essere giudicate non importanti.
Adesso veniamo a noi, sono passati nove mesi, come giudica l’operato di Urbano Cairo?
Ha fatto bene, soprattutto all’inizio. Ha creato una coesione con l’allenatore e il direttore Sportivo ottima. Hanno fatto un gran bel lavoro!Bravo Cairo, bravo De Biasi e bravissimo Salvatori!
Perché Salvatori non è stato riconfermato?
La scelta è dettata dalla qualità e dal rapporto di amicizia tra De Biasi e Tosi. Hanno cercato in tutti i modi di trattenere Salvatori, però non ha accettato, comunque ha svolto egregiamente il suo lavoro in momento difficilissimo.
Il Toro ha superato splendidamente il primo esame, cosa si aspetta per la prossima stagione?
È un esame superiore. La serie A ti costringe a fare una squadra più forte, tutto diventa più difficile. Il Toro ha la possibilità di costruire una buona squadra, l’obbiettivo è la UEFA. Cairo è un ottimo Presidente ed ha anche una fortuna incredibile.
Quanto ha inciso la fortuna nell’apoteosi di Cairo?
Difficile dirlo. La sua prima fortuna è quella di essere giunto dopo una presidenza odiata dai tifosi, ha saputo farsi amare, è coerente e saggio. La seconda fortuna è quella di essere riuscito a salire al primo colpo, non è facile, lui ha fatto tutto quello che poteva fare, ma la fortuna è indispensabile, basta pensare al tiro di Gasparetto. L’ultima è quella di trovarsi in serie A, probabilmente, con grandi squadre in B o con delle penalizzazioni.
Come le sembra la campagna acquisti?
Abbiati è un portiere importante, ha grande esperienza. Cairo non ha ancora finito di acquistare, credo che i grandi colpi li vedremo più avanti.
Lei ha una grande esperienza nel settore giovanile, come giudica quello attuale?
È da ricostruire. Chiaramente Cairo ha altre priorità, realizzare una squadra forte per andare in Europa. Una volta era il miglior settore giovanile d’Italia, bisogna investire anche lì. Sarebbe bello ritornare a primeggiare e, soprattutto, a forgiare nuovi campioni per il Toro.
Sarebbe disposto a collaborare alla ricostruzione del settore giovanile?
Ho avuto contatti con Cairo, mi ha sempre invitato alle partite casalinghe del Toro. Ho un buon rapporto. In questi giorni lo chiamerò e spero ci sia un posticino per Claudio Sala.
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