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interviste
E’ tornato dalla sua prima domenica senza calcio con un mazzo di funghi da fare invidia. Il mister più amato della storia recente del Toro ha smaltito, apparentemente, la delusione dell’esonero da Vicenza dedicando più...
E’ tornato dalla sua prima domenica senza calcio con un mazzo di funghi da fare invidia. Il mister più amato della storia recente del Toro ha smaltito, apparentemente, la delusione dell’esonero da Vicenza dedicando più tempo alla famiglia e a quelle tante cose che trascura quando si dedica al suo mestiere preferito.Mister, vigilia di Torino-Chievo, è gia una gara decisiva ?No, soprattutto quando ne mancano ancora così tante.Eppure dopo due punti in cinque partite si parla già di dentro o fuori per il suo collega…Sarebbe assurdo. Zaccheroni ha bisogno di tempo per lavorare bene, non penso che rischi l’esonero, anche perché non si può cambiare sempre, soprattutto per il gusto di cambiare.Eppure lei dopo 5 partite e un bottino analogo ha fatto le valigie…E’ diverso. Io ho fatto 15 mesi prima di essere allontanato, quindi ci sono state situazioni pre-esistenti che alla fine sono pesate. Non ci sono rimasto male, perché la squadra ha solo avuto molta sfortuna, gioco si è visto e tanto. Solo che, in Italia, il gioco interessa se porta punti, altrimenti se ne fa volentieri a meno.Sarà allo stadio domenica ?Non credo proprio. Ne sto approfittando per fare un sacco di cose, come dedicarmi alla famiglia a cui purtroppo non posso dedicare molto tempo quando lavoro. Veniamo a Toro-Chievo, che partita sarà ?Il Chievo è un’altra squadra con molti ex che vogliono fare bene. Al di là di ciò conterà soprattutto fare punti, per cui sarà una partita molto tattica a meno che non si segni subito. Allora potrebbe cambiare tutto.Toro-Chievo fu anche una partita decisiva nella sua ultima stagione, vinta grazie a una papera di Lupatelli su tiro sporco di Magallanes…I portieri spesso ti tolgono delle vittorie come è successo a me con il Cesena, dove Turci ha preso di tutto. Fa parte del gioco che è ricco di situazioni positive e negative a seconda di chi le vive.A proposito di portieri, come giudica l’avvio infelice di Abbiati ?E’ uno dei portieri migliori che ci sono, ha certi valori che verranno sicuramente fuori. E’ chiaro che bisogna dargli il tempo di conoscersi con i compagni della difesa. Siamo, del resto, solo all’inizio del campionato ma guai a metterlo in discussione. Soprattutto visto cosa offre il mercato come alternative…Altra nota dolente l’attacco. Stellone, Abbruscato e Muzzi sono giocatori che hanno sempre segnato. Certo, ci vuole anche un pizzico di fortuna. Sono momenti così, in cui bene ha fatto la sosta. Speriamo che il lavoro di questi giorni serva a sconfiggere anche la malasorte.A proposito di famiglia, come procede l’avventura di suo figlio nella Primavera granata ?Dobbiamo proprio parlarne? Non l’ho mai visto giocare per scelta. Sta facendo la sua strada e conosco bene chi sono i suoi responsabili, molto dipenderà da lui e da quanto ascolto darà ai consigli dei suoi allenatori.Non è un po’ pentito di non essere mai andato a vederlo giocare ?Io ho giocato a calcio da solo, senza mai essere portato al campo e ascoltando sempre gli allenatori. Ci sono come padre per le difficoltà della vita. Per quanto riguarda il calcio sta a lui, l’importante è che studi, che prenda il diploma a fine anno e che si prepari alla vita che fanno tutti gli altri. Se poi farà il calciatore di professione dipenderà da lui.
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