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Candellone: “Il gol-capolavoro, i playoff con il Südtirol. E l’obiettivo Toro: casa mia”

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Esclusiva TN / Le parole ai nostri microfoni della star del momento in Serie C, in alto Adige dal Torino
Nikhil Jha

La testa prima di tutto. Solo con quella si inventano giocate come quelle con cui Leonardo Candellone, granata in prestito al Südtirol, si sta facendo conoscere da mezza Italia. Senza perdere la pazienza, neanche quando le cose non girano come ci si sarebbe aspettato - come a Terni. Ecco il racconto di un ragazzo che ora sogna di portare l'Alto Adige in Serie B. Ma che in testa, nel futuro, ha il Torino.

Ultime settimane straordinarie: tre gol in due partite. Cosa è scattato?

Diciamo che mi stavo allenando bene, mi sentivo bene e stavo in forma e sono riuscito ad esprimerlo. Di testa stavo bene, e quello ti fa sembrare tutte le cose più semplici.

Quel gol lì (il secondo contro il Ravenna, ndr) se non hai la testa al meglio non lo fai.

Esatto. L'idea di calciare da lì, la traiettoria perfetta. Meglio di così non poteva andare.

Sei mesi difficili a Terni, prima di scendere di categoria per tornare protagonista. Cosa non ha funzionato in Serie B? Colpa tua o dell'ambiente? Cosa salvi di quell'esperienza?

Sono arrivato tardi in preparazione, l'8 agosto. Mi ci è voluto un mesetto per rimettermi al pari dei compagni. Come sempre accade, la colpa sta nel mezzo. Le poche partite che ho giocato non ho fatto neanche male, poi so che nel calcio ci sono queste condizioni.

Anche ambientarsi in una squadra che doveva strappare punti preziosi per la salvezza non doveva essere facile per un giovane come te.

Il fattore ambientale ha pesato: eravamo tutti nuovi. Io mi sono trovato bene e non ho nulla da dire, ma a 20 anni avevo voglia di giocare e di mettermi in mostra, anche scendendo di categoria.

Ecco, il passaggio al Südtirol. È stato difficile accettare di scendere dalla B?

Chiaro che per fare la scelta ci devi pensare, ma ho preso questa strada e sono contento, ho trovato continuità e sto segnando con regolarità.

Dopo il secondo posto in regular season, qual è l'obiettivo del Südtirol?

L'obiettivo è comune: vogliamo arrivare in fondo, il più lontano possibile. Saltiamo qualche turno e non è cosa da poco, gli altri giocheranno e noi potremo preparare le partite con calma. Penso che siamo in grado di dare del filo da torcere a squadre più blasonate come Catania, Siena, Alessandria: potremo dire la nostra.

Segui ancora la Primavera granata? Come valuti la stagione, anche se è ormai cambiato quasi tutto da quando eri lì, due anni fa?

Ogni tanto un occhio di riguardo lo do, un po' di feeling con l'ambiente granata, dove sono cresciuto, c'è sempre. Come annata è stata buona, hanno vinto la Coppa Italia e sono ad un passo dall'arrivare nei playoff. In fondo, è una stagione come tutte le altre, per la Primavera del Toro (ride): è un settore giovanile forte che punta sui giovani e li fa crescere.

Visto che tra i giovani ci sei anche tu: piani per il futuro dopo i playoff? Pensi al Toro?

Certo che un giorno sarebbe un obiettivo quello di tornare a casa. Sono sempre stato qua e i colori granata sono il primo pensiero. Il primo obiettivo è quello di tornare a vestire il granata.