04:03 min
Esclusiva

Cereser a TN: “Troppi complimenti al Toro. Belotti? Se fossi Juric…”

Andrea Calderoni

In esclusiva le parole dell’ex bandiera granata dopo la brutta sconfitta del Torino a Marassi contro il Genoa

La sconfitta di Genova non può passare inosservata. In esclusiva su Toro News prova ad analizzarla una bandiera del club granata, ovvero Angelo Cereser, difensore del Torino dal 1962 al 1975.

Buongiorno Angelo, come si spiegano questi alti e bassi costanti e continui del Torino?

“Difficile trovare una risposta. L’ho cercata mentre guardavo il match, ma non riuscivo a trovarla. Purtroppo il Torino ha tanti alti e bassi. La squadra ha una potenzialità, ma c’è qualcosa di meccanico che si blocca. Bisogna centrare con il tempo la continuità, un aspetto che va curato con molta attenzione. Si tratta di un aspetto che non va di pari passo con le prestazioni. Bisogna avere un collante tra testa e gambe, non bastano cuore e grinta. Ci sono diverse questioni che ruotano intorno alla continuità: dalle motivazioni agli allenamenti fino alla vita privata di ciascuno dei componenti di una rosa”.

Però, dall’Inter al Genoa: una vera metamorfosi...

“Il Torino di quest’anno mi sembra una squadra che riceve troppi complimenti per quello che fa. Dopo l’Inter ne sono arrivati moltissimi, ma in realtà tante prestazioni dei granata sono soltanto ordinarie. Del resto il Torino ha una classifica normale, niente di trascendentale. L’obiettivo di una compagine dovrebbe essere quello di fare meglio domenica dopo domenica e non lasciarsi andare dopo una partita positiva. Purtroppo soltanto la somma di tanti particolari permette il raggiungimento di questa crescita costante. Il primo pregio di una squadra è sempre lo stesso: essere costituita da uomini prima che da calciatori. Bisogna tirare fuori qualcosina in più anche nelle partite non di grido, in primo luogo per i tifosi. Soltanto da dentro di noi si può tirare fuori quel quid in più, quelle motivazioni aggiuntive che ti permettono di migliorare. Solo chi vive da dentro l’ambiente però può capire fino in fondo le dinamiche più profonde”.

La bontà del progetto Juric potrà essere decretata dall’esito delle ultime giornate di questo campionato?

“Non credo che il progetto potrà subire delle modifiche di giudizio in base all’esito delle prossime gare. Penso però che alcuni giudizi su certi elementi della rosa non siano propriamente centrati. Juric è uno che predica la continuità, proprio come facevano ai miei tempi Giagnoni e Radice. Tuttavia, la continuità la trovi solo con l’impegno al 100%. Non accetta gli alti e bassi che si stanno vedendo in diverse pedine della rosa e quindi potrà modificare alcuni propri pensieri. Questa altalena di risultati e prestazioni è abbastanza grave per un Torino, società che possiede una tifoseria che ti ricorda soprattutto se dai il massimo. A nostri tempi se vincevamo, eravamo contenti soprattutto per i tifosi”.

Come ha visto Andrea Belotti da quando è tornato a disposizione?

“Sarà un anno gramo per lui, tra infortuni, rientri, Nazionale. Credo che debba stringere i denti, fare quello che può senza farsi più male. Non penso che lo vedremo al top in questa stagione. Anche per la sua questione contrattuale c’è stata un’altalena non propriamente positiva. E poi voglio aggiungere una cosa”.

Sì, quale?

“Juric cerca di pungolarlo spesso. Secondo me, lo fa anche con troppa frequenza e sbaglia. Belotti ha tanta voglia di fare, nonostante la stagione travagliata. Se fossi Juric, cercherei di comportarmi in modo diverso con Belotti, almeno di fronte ai microfoni. Il Gallo ha già patito tanto in questa stagione e merita un po’ più di tranquillità. Il suo atteggiamento nei confronti della squadra è sempre propositivo, sebbene sia lontano dagli standard del passato”.