Stefano Colantuono resta a distanza di un decennio ancora nella memoria dei tifosi del Torino. La stagione 2009/2010 fu particolarmente tribolata per i granata. Non riuscirono a ottenere la promozione in Serie A che sfumò soltanto ai play-off dopo un girone di ritorno esaltante, grazie soprattutto alla celeberrima “Rivoluzione dei peones”. In esclusiva su Toro News il tecnico traccia un primissimo bilancio della stagione granata e “assolve” Ivan Juric dopo la gara contro la Juventus.
Esclusiva
Colantuono a TN: “Derby? Juric non è criticabile. E fa bene a stimolare tutti”
Le parole in esclusiva a Toro News dell’ex tecnico granata che traccia un mini-bilancio dei primi mesi della nuova stagione granata
Buongiorno mister, che impressione le ha lasciato il Derby della Mole di sabato 2 ottobre?
“Il Torino ha giocato un ottimo primo tempo, alla pari della Juventus. Sotto questo punto di vista non si può rimproverare nulla. Nella ripresa la Juventus è cresciuta e ha disputato una buona partita. Se fosse venuto fuori un pareggio, non ci sarebbe stato nulla da obiettare da parte di nessuno”.
Gli inserimenti di Baselli e di Rincon nel finale hanno fatto molto discutere in casa granata. Juric ha sbagliato?
“Non credo che si possano muovere delle critiche a Juric per la gestione delle sostituzioni perché è stata una partita nella quale Juric ha dovuto fare di necessità virtù a causa delle numerose assenze. Ha dovuto compiere delle scelte che con la rosa al completo non avrebbe mai fatto. Era comunque una situazione d’emergenza”.
Come giudica le prime otto gare ufficiali dei granata e l’avvio di questo nuovo corso?
“A me il Torino sta piacendo, ma ha bisogno di tempo. La squadra è passata da una certa filosofia calcistica a un’altra per cui questi cambiamenti, soprattutto quello inerente all’intensità richiesta da Juric, necessitano di tempo. Credo che al Torino debba essere dato questo benedetto tempo. Al di là dei risultati, in queste partite i granata mi sono piaciuti. La squadra è viva, lotta, è aggressiva, gioca alto. Questi processi necessitano di pazienza”.
Per Pobega che cosa rappresenta la tappa di Torino?
“Per lui è una stagione importante. Pobega mi piace molto e piace molto anche a Juric. Si tratta di un centrocampista moderno. Il suo unico problema è che non è di proprietà. Anche Juric l’ha sottolineato, perché non è piacevole crescere giocatori non tuoi. Le sue qualità comunque sono indiscutibili”.
E su Zima che parere si è fatto da ex difensore?
“Come tutti i ragazzi nati nel nuovo millennio ha bisogno di ancor più pazienza rispetto agli altri. I giovani difettano soprattutto di continuità, perché possono alternare prestazioni importanti con prestazioni meno brillanti. La continuità di rendimento si trova soltanto con tre o quattro campionati sulle spalle. Comunque, Zima non si discute dal punto di vista del valore. Mi sembra forte e di prospettiva”.
Juric ha già pungolato in più occasioni la società. Dopo il Derby si è fatto sentire per la questione infortuni. Giusto usare questa strategia dialettica?
“Dipende da come viene recepito il messaggio e dall’intelligenza di tutti. Secondo me Juric fa bene a stimolare tutti, perché non dobbiamo dimenticarci che alla fine è l’allenatore a rispondere di tutto, sebbene le problematiche nel mondo del calcio possano essere delle più svariate. Se lo staff medico non lavora bene e non recupera il giocatore, perdi una pedina e se poi non fai risultato sul banco degli imputati non ci va il medico ma l’allenatore. Juric non muove polemiche con le sue sollecitazioni ma cerca di tenere tutti sulla corda. Prova a tenere sotto pressione tutti, perché altrimenti nel calcio rischia di finire sotto pressione soltanto l’allenatore. Ha cercato di stimolare anche le scelte di mercato. L’ha fatto garbatamente e con metodi urbani, sottolineando alcune discrepanze. Non credo che nessuno se ne debba dispiacere: né il direttore sportivo né la proprietà. Se sono appunti che vengono fatti per far crescere l’intera società, è giusto che vengano recepiti come sprone con grande serenità per provare a fare meglio. Ritengo che Juric abbia così parlato non per alzare polveroni ma per alzare l’asticella”.
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