Renato Copparoni, classe 1952, ha chiuso la propria carriera da portiere all’Hellas Verona nel 1988. Ma il suo nome nel mondo del calcio italiano è strettamente legato ad altri due club: il Cagliari (1972-1978) e il Torino (1978-1987). L’ex estremo difensore torna in esclusiva a parlare su Toro News in vista della sfida tra Torino ed Hellas Verona in programma domenica alle ore 15.


Esclusiva
Copparoni a TN: “Vanja? Ha ancora margini di crescita nelle uscite alte”
Buongiorno Renato. Se le dico Toro, cosa pensa?“Penso a una famiglia perché l’ho vissuto per tanti anni e in quelle stagioni ho sempre identificato il Toro sia a livello societario sia di squadra come una famiglia. Ricordo il Toro con grande emozione, mi porto ancora la maglia granata attaccata al corpo proprio per quelle sensazioni che tu puoi vivere in un ambiente così bello”.
Ha ancora contatti con i suoi ex compagni?“Mi sento con quasi tutti. Con alcuni mi sento di più, penso a Dossena, a Sabato, a Zaccarelli, a Pulici e poi anche a Graziani, con il quale ogni estate organizziamo un camp estivo per i giovani calciatori. Spesso sento Leo Junior dal Brasile, per non dimenticare Claudio Sala, Zaccarelli e Pecci. Insomma, ci sentiamo ancora costantemente. I rapporti si mantengono sempre, soprattutto se si è trascorso un bel percorso insieme. Ogni volta che ci si sente è come essere sempre stati insieme nel corso di questi anni”.
E il Toro di oggi lo segue? Le piace?“Lo guardo certamente. Mi piace ma mi piaceva di più il Toro delle primissime giornate di campionato. Anche se oggi i risultati stanno arrivando devo dire che il modo di giocare del Torino mi piaceva di più con Zapata in campo. Senza Zapata i problemi sono stati tantissimi in ogni settore, non solo in attacco. I numeri parlano chiaro. Il Torino ha vissuto una flessione enorme senza Zapata, c’è stata una metamorfosi a livello di gioco e di risultati. Vanoli è stato capace di invertire la rotta, ha impiegato un po’ di tempo per comprendere come uscire dalla situazione di difficoltà. Nelle ultime quindici partite ha perso soltanto due volte, tra l’altro sempre contro il Bologna, quindi le cose sono notevolmente migliorate. Ma alla fine sarà un’altra stagione nel limbo. Vanoli sta facendo bene e si è dato da fare per tamponare al meglio una situazione che si era fatta difficile”.
Milinkovic-Savic è stato autore fin qui di una stagione da assoluto protagonista. Se lo aspettava?“Da ex portiere l’ho seguito con un occhio di riguardo. Devo dire che è migliorato tanto, questa è sicuramente la sua miglior stagione, non tanto per i rigori parati quanto per il suo rendimento. Parare un rigore è bello, è gratificante, è come segnare per un attaccante. Però, il miglioramento di Milinkovic-Savic è più generalizzato. L’errore ci sta sempre, lo fanno tutti. Il Toro ha finalmente trovato il portiere che ci si aspettava. Se devo trovare un pelo nell’uovo, con la stazza fisica di Vanja mi aspetterei un ulteriore passo in avanti nelle uscite alte per dare ancor più tranquillità ai difensori”.
Ancora oggi è molto attivo sui campi da calcio. Non si stanca mai... “Alleno nella Monreale Calcio, dove ho iniziato la mia carriera giovanile. È la squadra del mio paese, insegno ai bambini e ai ragazzi da svariati anni. Vederli crescere e migliorare è una forma di gratificazione. Chi ha fatto il portiere di professione, di solito ama trasmettere i segreti del mestiere alle nuove generazioni. Ricevo grandi gratificazioni dalla scuola calcio”.
Tornando al passato da calciatore, come mai non chiuse la carriera al Torino ma si trasferì all’Hellas Verona nell’ultima sua stagione? “Sarei rimasto a Torino tutta la vita, avevo ancora un contratto per un anno. Però, non mi ritrovavo più con Gigi Radice a causa di diversi attriti che si protraevano dall’anno precedente. Decisi di strappare il contratto, lo feci con il cuore spezzato. Rimasi senza squadra, l’Hellas aveva bisogno di un portiere al fianco di Giuliani. Mi chiamò l’amico Moreno Roggi che faceva il procuratore e mi disse delle necessità del Verona. Così mi trasferii all’Hellas”.
Cosa si aspetta domenica da Torino-Hellas Verona?“Domenica sarà una partita importante soprattutto per il Verona. Purtroppo il Torino naviga da vent’anni a metà classifica senza grandi sussulti. Le due qualificazioni europee sono arrivate per demeriti altrui, quindi sul campo non si è mai qualificato nelle competizioni europee con Cairo presidente. Mi dispiace non vedere il Toro dove compete a un simile club. Il posto del Toro è dove arrivano Bologna e Fiorentina negli ultimi anni. Probabilmente non c’è la volontà di arrivare lì. Si deve soffrire, ma lo si fa con la consapevolezza che con questa dirigenza in Serie B non si andrà mai. Quindi, il Toro è destinato a navigare a metà classifica”.
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