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interviste
Federico Coppitelli, in tre anni alla guida del Torino Primavera, ha vinto trofei e fatto crescere giocatori. Ora aspetta una nuova chance in panchina dopo l’esperienza terminata prematuramente all’Imolese l’anno scorso (“Voglio scegliere con cura la prossima tappa della mia carriera”, sottolinea) e intanto si gode da spettatore la crescita dei giovani da lui allenati sia alla Roma (come Scamacca) che al Torino, come Singo e Buongiorno. Il primo allenatore a spostare il purosangue ivoriano da centrale difensivo a laterale di fascia si concede a Toro News per qualche riflessione sul percorso dei suoi ex giocatori, che si stanno affermando nel Torino di Giampaolo.
Mister Coppitelli, che effetto le ha fatto vedere Singo e Buongiorno titolari nel Torino in stadi importanti come Roma e Napoli?
“Sono molto contento. Quando arrivai al Torino, il presidente Cairo mi chiese di contribuire ad aumentare il numero di giocatori prodotti del vivaio che fossero in grado di arrivare in Serie A. Mi fa piacere che col tempo qualcosa si inizia a vedere. Non ci sono solo Singo e Buongiorno, ma diversi altri ragazzi che possono stare tranquillamente tra A e B come Ferigra, Fiordaliso, Butic e altri. Certo, Singo e Buongiorno sono due gioiellini. E quel che è più importante è che sono due ragazzi che possono essere presi ad esempio da tutti gli altri giocatori del settore giovanile del Toro, soprattutto umanamente”.
Cosa glielo fa pensare?
“Singo si allenava con la prima squadra e poi capitava che dovesse venire a giocare con noi in Primavera il sabato. Non faceva una piega e si metteva a correre e sbuffare con grande umiltà. Anche Buongiorno è un ragazzo d’oro. Nessuno gli ha mai regalato niente, ha sempre dovuto scalare delle gerarchie e ora si sta affermando meritatamente. Tutti e due sono ragazzi che sanno tenere i piedi per terra, non vedo il pericolo che l’eventuale successo possa dargli alla testa”.
Buongiorno è a tutti gli effetti un canterano doc, ma anche Singo ha tratto benefici dal periodo in Primavera.
“Esatto, diciamo che i due ragazzi rappresentano due percorsi differenti che poi stanno avendo lo stesso risultato. Singo è arrivato in Italia a diciott’anni, ma in Primavera ha avuto modo di mettere a posto determinate cose prima di spiccare il salto in Serie A. Buongiorno invece è un talento fatto in casa, pescato dal Barracuda a otto anni e cresciuto passo dopo passo nel Torino. Quando presi la Primavera nell’anno dei 1999, era noto a tutti che lui fosse il giocatore di punta di quell’annata. Forse avrebbe meritato di arrivare in Serie A anche prima, ma ha lo svantaggio di essere un difensore centrale non adattabile a terzino. E pochi allenatori hanno il coraggio di lanciare difensori giovani”.
C’è un altro suo ex pupillo che invece non vive un momento felice, Vincenzo Millico. Come interpreta la sua situazione?
“Sicuramente ci si aspettava che a questo punto potesse già essersi ritagliato uno spazio in Serie A. Non ho elementi certi per giudicare la sua situazione, quel che posso dire è che ai tempi della Primavera lui era sullo stesso livello dei vari Kulusevski, Vlahovic e Salcedo, giocatori che oggi sono protagonisti”.
Che consigli gli darebbe oggi? Meglio andare in prestito?
“Non conosco bene la situazione attuale. Durante la mia ultima stagione al Toro, segnò tantissimi gol già nel girone d’andata e a gennaio ebbe già la possibilità di andare in prestito in B o C. In quel momento gli suggerii di rimanere, non solo perché con lui la Primavera avrebbe potuto vincere trofei, ma perché contavo sul fatto che avrebbe potuto affermarsi in prima squadra dalla porta principale, senza passare da prestiti. Non so quali siano i motivi, ma così per ora non è andata. Ora si avvicina di nuovo il mercato e bisognerà cercare il modo di valutare al meglio il futuro di Vincenzo. Io non sono un grande fan dei prestiti semestrali perché spesso è difficile trovare una società prenda un giovane per farlo giocare davvero, come fece il Parma con Kulusevski. Non sarà facile prendere la decisione migliore, ma ovviamente auguro a Vincenzo e al Toro di trovare una soluzione”.
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