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Giancarlo Corradini seguirà con particolare attenzione la gara di domani sera al Mapei Stadium tra Sassuolo e Torino. Ha iniziato la propria carriera da difensore nei neroverdi emiliani, poi dal 1982 al 1988 ha indossato la casacca granata del Torino, prima di concludere l’attività agonistica nel Napoli di Maradona. Classe 1961 e sassolese doc, Corradini ha militato per un po’ di tempo alla Juventus ricoprendo vari ruoli tra la fine degli anni Novanta e il 2007. A tal proposito Corradini ci tiene, a distanza di un po’ di anni, a sottolineare una cosa: “Quando il Torino ha festeggiato i 100 anni nel 2006 non sono stato invitato. Al tempo stavo lavorando per la Juventus, ma la professione svolta per un club rivale non cancella l’affetto per una piazza in cui ho vissuto sei anni importanti della mia carriera. Ci rimasi molto male al tempo e devo dire che ancora oggi a distanza di diversi anni la cicatrice è rimasta”.
Nel 2006, Corradini, eravamo agli albori della gestione presidenziale di Urbano Cairo. Come giudica questo quindicennio?
"“Il lavoro di Cairo è stato molto positivo. Ha raggiunto anche l’Europa League. Quando non si hanno grandi capitali a disposizione non è mai semplice investire. Anche in passato il Torino, a parte alcune straordinarie parentesi, si è sempre attestato a metà classifica in Serie A. Dunque, non butterei quello che ha fatto Cairo negli ultimi 15 anni, perché ai nostri giorni non è affatto semplice trovare persone pronte ad investire nello sport”.
Veniamo all’oggi. Domani ci saranno una di fronte all’altra due squadre del suo cuore. Cosa dobbiamo attenderci?
“I risultati rispecchiano il momento di Sassuolo e Torino. I neroverdi sono lanciatissimi. I meccanismi sono oliati grazie al lavoro delle stagioni passate. I granata sono ancora a zero punti, devo dire un po’ a sorpresa dal mio punto di vista. Pensavo che la partenza del Torino potesse essere leggermente differente. Credo, comunque, che potrà essere una bella partita. Si tratta di due allenatori che vogliono far giocare bene le loro squadre. Il mio cuore è diviso a metà e perciò spero in un pareggio che non scontenti né Sassuolo né Torino”.
Quali sono le ragioni dell’ottimo avvio di campionato di Ciccio Caputo e compagni?
“Il Sassuolo è stato bravo a trovare giovani interessanti negli scorsi anni. Ha ragazzi in gamba, soprattutto dalla metà campo in su. Sono loro che stanno facendo le fortune di De Zerbi, perché l’allenatore per avere successo non può che contare sugli effettivi che ha a disposizione. I giocatori del Sassuolo si stanno dimostrando ad hoc per il modo di intendere il calcio di De Zerbi”.
Che parere si è fatto sul nuovo Torino di Marco Giampaolo?
“Purtroppo la qualità del lavoro di un allenatore dipende quasi esclusivamente dai risultati. Giampaolo è un allenatore navigato in Serie A, ma sta raccogliendo poco. È certo che dal Torino ci si aspetta qualcosa di diverso rispetto a quanto visto fino a questo momento”.
A tal proposito, era lecito attendersi un mercato differente da parte dei granata?
“Le società che non hanno grandi capitali devono fare i conti in tasca un anno con l’altro. Non sempre, poi, le cose vanno come ci si aspetta e come si vorrebbe. Capitava già ai miei tempi a Torino”.
Il Torino ha preso tre gol contro il Cagliari, quattro contro l’Atalanta, uno a Firenze. C’è un problema in difesa?
“Difficile parlare soltanto di un reparto nel calcio moderno. Non c’è più la difesa, ma c’è la fase difensiva che dipende da tutta la squadra. Quando una difesa incassa molti gol, il problema è generalizzato ai meccanismi collettivi di una squadra. Attualmente è tutto il Torino che non sta funzionando, non soltanto la difesa”.
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