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NAPLES, ITALY - FEBRUARY 09: Alessandro Deiola, Gianluca Lapadula and Andrea Rispoli of US Lecce celebrate the 0-1 goal scored by Gianluca Lapadula during the Serie A match between SSC Napoli and US Lecce at Stadio San Paolo on February 09, 2020 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Lunedì 5 settembre andrà in scena Torino-Lecce. In esclusiva su Toro News interviene Luigi D’Ambrosio, corrispondente di Amica9 Tv, che segue da vicino i fatti relativi al Lecce di Marco Baroni.
Buongiorno Luigi. Che Lecce arriverà a Torino?
“Un Lecce ancor più in fiducia rispetto alle ore prima della partita con il Napoli perché c’è stata una netta crescita. La squadra è molto nuova ma Baroni ha saputo, attraverso i suoi meccanismi, dare un’identità all’intero gruppo. Il Lecce sta uscendo precocemente e sta bruciando i tempi. La squadra ha risposto bene in tutte le partite: con l’Inter ha perso all’ultimo, con il Sassuolo è stata punita da un super gol di Berardi, con l’Empoli è maturato un pareggio e con il Napoli è stata una gara di sacrificio. A Napoli il Lecce ha giocato con personalità e attenzione. Il Lecce è quindi in fiducia”.
L’arrivo di Umtiti ha aiutato l’ambiente a caricarsi?
“Il ragazzo è arrivato con la consapevolezza di dare innanzitutto entusiasmo alla gente e carisma alla squadra. Nel momento in cui starà bene potrà essere utile anche in campo, ma per vederlo protagonista c’è ancora bisogno un po’ di tempo. Con il Torino potrebbe comunque giocare uno spezzone”.
Quali sono le principali caratteristiche del gioco del Lecce di Baroni?
“Baroni utilizza un 4-3-3 molto camaleontico e si basa anche sulla compattezza. In fase di non possesso diventa 4-5-1 o, come accaduto più recentemente, 4-4-2 con una delle due mezz’ali che va ad affiancare l’attaccante. In fase di possesso gli esterni si allargano e si va subito su di loro con rapide verticalizzazioni. Si tratta di un Lecce dinamico che cerca di sfruttare l’imprevedibilità e la velocità”.
Come si può definire il mercato del Lecce?
“Si tratta di un mercato partito al rilento tanto che c’erano già dei mugugni in città. Non sono piaciuti soprattutto i tempi. Nel corso dell’estate sono state corrette alcune lacune perché si rischiava di avere qualche scommessa di troppo. Il budget limitato, le difficoltà del mercato e il continuo paragone con la campagna acquisti fatta dalle altre piccole hanno fatto rumoreggiare la piazza. Credo che alla fine sia stata allestita una rosa che può benissimo lottare per la salvezza. La difesa è il reparto più fornito e completo. Il centrocampo poteva essere rafforzato da un elemento di maggior qualità: in tal senso era stato individuato Normann dal Rostov ma è saltato per problemi burocratici. L’attacco, infine, non è male e può dare fastidio a chiunque. Direi che è stato un mercato da 6,5”.
L’ultima sfida tra le due squadre in campionato andò in scena al Via del Mare di Lecce: fu un 4 a 0 roboante quello dei salentini che costò la panchina a Walter Mazzarri. Che ricordo lascia quel match?
“Fu un match importante per entrambe le squadre, la prima gara dopo il mercato di riparazione. Per il Torino segnò la fine dell’epoca Mazzarri. Il Lecce mise in mostra per la prima volta i nuovi acquisti: Saponara, Barak, Deiola. Era una squadra con più qualità in mezzo al campo, partì un nuovo percorso che portò alla quasi salvezza. Alcune partite purtroppo furono gestire male dall’ex tecnico Liverani e la salvezza non arrivò; il Lecce tuttavia lottò fino all’ultima giornata e si tolse anche delle soddisfazioni come contro la Lazio. Comunque, dal Torino in avanti partì un percorso di crescita che non è stato abbandonato con la retrocessione. La progettualità del Lecce è infatti a lungo termine e credo che la rosa di quest’anno sia più competitiva di quella che sconfisse 4 a 0 il Torino di Mazzarri”.
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