- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
gazzanet
Gianni De Biasi è stato l’allenatore di Davide Nicola nel primo Torino targato Urbano Cairo. Era proprio l’attuale commissario tecnico della nazionale azera l’allenatore del Torino l’11 giugno 2006 quando con la sua chioma bionda Nicola proiettò in Serie A i granata nella finale play-off contro il Mantova. Dopo quella prima trionfale esperienza De Biasi ne ha vissute un altro paio sulla panchina del Torino, mentre negli ultimi anni si sta dedicando, con profitto, alle selezioni nazionali, dapprima quella albanese e adesso, come detto, quello azera. In esclusiva a Toro News De Biasi analizza il momento del Torino e l’impatto avuto dal suo ex giocatore Nicola sull’ambiente granata.
Buongiorno mister, ha notato cambiamenti nelle ultime quattro gare del Torino rispetto alla precedente gestione?
“Il Torino ha trovato un equilibrio sicuramente diverso. Ora la squadra è capace di reagire, vedi la partita contro l’Atalanta. Non è un aspetto da poco recuperare tre reti ad una formazione come l’Atalanta. La mano di Nicola sulla testa del gruppo si nota proprio da questi aspetti”.
https://open.spotify.com/episode/3aFQWTyFgsZs1new6PpemW?si=D1i3uj3fRbGeFqPKn5AhmA
Avendolo allenato, si aspettava che Nicola potesse diventare un tecnico così apprezzato in Serie A?
“Francamente no, perché al tempo non stava ancora pensando di diventare allenatore. Però, era un ragazzo intelligente ed era animato da una grande passione. Davide è uno che sa gestire i gruppi, sa catalizzare intorno a sé le persone. Questo è fondamentale per uno che fa il nostro mestiere”.
Contro il Genoa si aspettava una prestazione differente da parte del Torino?
“Parto dal presupposto che ritengo il punto del Torino contro il Genoa un punto guadagnato. Non sono assolutamente due punti persi perché il Genoa con Ballardini ha un trend pazzesco e ha una media punti da prima della classe. È vero che un pareggio interno contro il Genoa può far storcere il naso perché un eventuale vittoria avrebbe allontanato il Torino dalla zona rossa, ma penso che Nicola sia il primo ad essere soddisfatto per l’equilibrio trovato dalla sua squadra”.
Tra l’altro al quarto tentativo il Torino di Nicola non ha incassato gol. Quanto può essere importante per un gruppo che deve ritrovare le giuste sensazioni e le giuste consapevolezze?
“Il Torino prendeva gol con troppa facilità. Aver tenuto chiusa la porta non può che aumentare la sicurezza del gruppo. Inoltre, è molto importante anche non perdere e il Torino ultimamente non sta perdendo. È vero che con Nicola ha sempre e solo pareggiato, ma sono quattro pareggi importanti per accrescere la fiducia in quello che si sta facendo”.
Cagliari contro Torino significa sfida salvezza: se lo aspettava ad inizio stagione?
“Era impronosticabile, soprattutto per la qualità del Cagliari. I sardi riescono a costruire più opportunità da gol, ma pagano i minimi errori individuali e li pagano a carissimo prezzo. Per quanto riguarda il valore qualitativo penso che il Cagliari sia abbondantemente da parte sinistra della classifica”.
Per il Torino potrebbe essere un vantaggio tattico presentarsi in Sardegna con due punti di vantaggio?
“Io non starei molto a ragionare sui punti in classifica. Credo che Nicola sarà molto bravo a leggere le insidie di questa partita. Dovrà far scendere in campo la squadra per vincere, ma dovrà rispettare le qualità del Cagliari. Il Torino dovrà giocare il più compatto possibile, poi non potrà permettersi di aspettare troppo basso il Cagliari perché rischia di farsi male da solo. Se porti il Cagliari dentro la tua casa, lo esalti. Devi tenerlo a distanza di sicurezza, giocando con umiltà”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA