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interviste
De Biasi, chi tirerà il prossimo rigore? Toccherà ancora a Rosina?
“Non so. Quando ricapiterà, decideremo all’ultimo secondo”.
Chiusa parentesi, mancano cinque partite...
De Biasi, chi tirerà il prossimo rigore? Toccherà ancora a Rosina?
“Non so. Quando ricapiterà, decideremo all’ultimo secondo”.
Chiusa parentesi, mancano cinque partite alla sosta natalizia e al termine del girone di andata. Prima di Natale proverete a essere là in cima?
“Il nostro obiettivo è quello, possibilmente, di fare un campionato di vertice. Domenica dopo domenica dovremo sempre cercare di trarre il massimo dei profitti. Il Mantova, fino a questo momento, ha fatto una cavalcata straordinaria con un paio di piccole frenate in queste due ultime gare. Certo è che se manteniamo una media così alta, 2 punti a partita, sarà difficile arrivare a fine campionato senza essere promossi in serie A”.
A una media del genere sarebbe campionato dei record.
“Fermiamo questi voli pindarici. Pensiamo solo alla realtà”.
Dieci punti in cinque partite le andrebbero bene?
“Ma tutto è possibile. Potremo anche farne quindici. Dipende però da molti fattori: assenze per infortuni, squalifiche. Tutto incide nell’economia di un campionato. Dobbiamo continuare facendo leva sullo spirito che stiamo mantenendo partita dopo partita”.
Spirito che sabato scorso ancora una volta è venuto fuori alla grande…
“Con quella rimonta c’è stata l’esaltazione del collettivo. Eravamo sotto e siamo riusciti a ribaltare il risultato alla grande. La caratteristica principale che questa squadra ha sempre dimostrato di avere è quella di voler imporre a tutti i costi il proprio gioco. Sia in casa sia fuori”.
Quella di sabato scorso è la prima vittoria di rimonta che il Toro ottiene.
“Sì. Per come è arrivata, però, ricorda molto quella contro il Cesena, visto il rigore sbagliato. Si può dire che abbiamo vinto senza rubare nulla”.
Dell’infortunio di Ungari si sa qualcosa?
“No, non ancora. Si saprà qualcosa forse più tardi. E’ stato molto sfortunato, soprattutto per il momento in cui gli è capitato. Proprio all’ultimo minuto di recupero della gara. Se avesse fischiato solo un minuto prima…L’ho sentito. Era tranquillo, sereno, anche se ovviamente amareggiato”.
Sabato mancherà per la prima volta lo stakanovista Balestri, squalificato. Chi giocherà al suo posto?
“Vedrò tra Nicola, Martinelli e Music. Uno di loro tre sarà chiamato a prenderne il posto”.
Stellone farà ancora una settimana di riposo?
“Ormai sarà la prassi per questo inizio di recupero. Muzzi? Lui no. Lui preferisce non fermarsi”.
Come sta Stellone dopo la seconda gara giocata consecutivamente?
“Non particolarmente meglio. Ieri stava peggio del giorno dopo Modena. Se sono preoccupato? Un po’ visto che è un giocatore importante per noi. Di grande qualità”.
Chi sostituirà Ungari?
“Beh, centrali ne abbiamo. Stringiamo i denti fino a fine anno, visto che mancano cinque gare. Rimango comunque tranquillo e sereno”.
Si sente finalmente un allenatore da Toro?
“Non sono io a doverlo dire. Ditemelo voi. Certo è che mi sento coinvolto, visto che qui come non mai ho potuto scegliere. In questo modo stiamo mettendo su un ottimo gruppo”.
Il presidente Cairo dice di essere nostalgico dei primi tempi quando si giocava ogni tre giorni…
“Forse perché in quel periodo si vivevano emozioni positive, molto ravvicinate. Ma soprattutto nel calcio bisogna avere pazienza e non premura. Così si rischierebbe di bruciare le tappe”.
Sabato c’è l’Avellino. Cosa teme di più?
“Innanzitutto l’ambiente caldo. Dopodiché arriva il Toro, quindi ci terranno a fare bella figura contro di noi. Proveranno a fermarci con tutte le loro forze. Noi speriamo di poterci presentare con la migliore formazione possibile. Poi, ce la giocheremo come abbiamo sempre fatto fino adesso. Ma vorrei dire ancora. Per concludere, vorrei fare io una precisazione su Taibi”.
Prego, mister.
“Ho letto da qualcuno che su quell’intervento sarebbe stato superficiale. Mentre credo che l’unico problema vero ci sia stato per colpa della rizollatura del manto erboso. Se la palla rimbalza come deve rimbalza finisce dove deve finire tra le sue braccia. La Maratona ha capito che non si trattava di un errore e l’ha subito incoraggiato”.
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