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interviste
di Alessandro Brunetti
Nella settimana che celebra la difesa del Torino come la migliore d’Europa, non potevamo non sentire il parere di un grande protagonista della retroguardia degli anni ’90...
di Alessandro Brunetti
Nella settimana che celebra la difesa del Torino come la migliore d’Europa, non potevamo non sentire il parere di un grande protagonista della retroguardia degli anni ’90 granata: stiamo parlando di Roberto “Rambo” Policano.
Allora, Roberto, ci eravamo lasciati a settembre con un Toro già vincente, ma non convincente. Come trovi ora la squadra?“E’una squadra molto quadrata e continua nei risultati, caratteristica fondamentale per fare bene in Serie B. Ha un allenatore di grande esperienza, che è riuscito dove non sono riusciti i suoi predecessori. E, inoltre, si è comprato nel modo giusto”.
Il Toro vanta la retroguardia meno battuta d’Europa. Tutto merito di Ventura? “Secondo me, i meriti vanno divisi equamente. Sicuramente Ventura ha portato un’ottima organizzazione di gioco, ma poi in campo ci vanno i giocatori”.
Giocatori come Ogbonna, che fanno la felicità del loro allenatore..“E’ un giocatore di buonissime qualità, forte fisicamente e tecnicamente valido. Merita la Nazionale e la Serie A”.
Sabato il Toro affronta il Padova in piena emergenza centrocampo. Rimane sempre la squadra da battere? “Nessuna parte mai favorita in serie B. Il Toro ha, però, una squadra compatta ed è in grado di fare risultato su qualsiasi campo. Mi auguro sia una bella partita, anche se la mia paura è di assistere ad un match bloccato, in cui entrambe le squadre hanno paura di perdere”.
Quanto è diversa questa serie B da quella in cui ha giocato lei nella stagione 1989/90. Il livello tecnico si è abbassato?“Senza nulla togliere al Torino di questa stagione, direi che è tutta la categoria che è ad un livello inferiore. E non riguarda soltanto la serie B, ma anche tutte le altre categorie, a partire dalla A. E’ un effetto domino, che a cascata investe anche la Lega Pro, dove è sempre più difficile scovare qualche giocatore in grado di fare la differenza in B o addirittura di fare il doppio salto in A. E posso aggiungere una cosa?”
Dica..“Io giro tanto per lavoro (è osservatore per l’Udinese ndr) e vedo tante partite dei campionati cadetti di Spagna, Francia e Germania. Il livello tecnico lì è più alto. Noi ci lamentiamo tanto, ma all’estero i giovani del ’93 giocano già titolari, mentre da noi sono ancora in Primavera”.
A proposito di Udinese, i metodi di lavoro della società friulana (compreso il sistema di scouting e la rete degli osservatori) sono esportabili anche in un ambiente come quello di Torino?“Inanzitutto, c’è da dire che non si può improvvisare. Questo è un lavoro che la famiglia Pozzo ha messo in piedi in 30 anni di calcio. La gente ci ha creduto, ha saputo aspettare. Non credo sia esportabile in una dimensione come quella granata . A Torino la gente è stanca di aspettare”.
Sabato il Toro compie 105 anni. Quale augurio vuole fargli?“Ma il Toro merita i migliori auguri anche per i 103 e i 104. E’ una città che merita la serie A e se non c’è riuscita fino adesso la società deve recitare il mea culpa.
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