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Esclusiva

Don Robella a TN: “Ho due desideri per il 4 maggio, le preghiere e i sorrisi”

Belotti e Don Robella, Superga

In esclusiva su Toro News le parole del padre spirituale granata in vista delle celebrazioni del 4 maggio

Andrea Calderoni

Don Riccardo Robella si accinge a vivere insieme a tutto il popolo granata le celebrazioni del 4 maggio. Saranno commemorazioni particolari perché vedranno il ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia. Il padre spirituale granata, in esclusiva su Toro News, ci introduce alla giornata che lo vedrà impartire le benedizioni prima al Cimitero Monumentale e poi alla Basilica di Superga (qui il programma completo della giornata).

Buongiorno don, sarà un 4 maggio dal sapore particolare: tornerà finalmente la gente a Superga.

“Assolutamente sì. Finalmente ritorna la gente e la celebrazione riassume la sua reale connotazione, cioè una celebrazione all’interno della quale il popolo granata, in quanto popolo, si ritrova”.

Per un sacerdote ci sono celebrazioni più sentite di altre?

“Sicuramente sì. Dal punto di vista personale le emozioni escono dopo. Nel durante c’è anche la preoccupazione di far vivere al meglio alle persone il momento spirituale. Si tratta senza ombra di dubbio di un momento particolare”.

Belotti e Don Robella, Superga

Cosa si augura dal 4 maggio 2022?

“Mi auguro due cose. Spero che le persone che verranno preghino e sappiano fare un sorriso, ne abbiamo tanto bisogno”.

Un mondo di incertezze, ma il calcio sa unire e svagare.

“Il calcio è importante perché rientra nel vivere e nel ritrovarsi delle persone. Fare socialità e provare una passione fa parte delle cose più profonde dell’uomo. E poi Superga va oltre il senso del calcio”.

Si va oltre grazie agli Invincibili. Che messaggio ci lasciano a distanza di 73 anni dalla tragedia del 1949?

“Ci lasciano tanti messaggi. Il primo è che attraverso lo sport si possono fare cose grandi, eterne. Il secondo è che si può toccare il fondo ma dopo c’è sempre una rinascita. Per quanto si può cadere in basso, ci si può sempre rialzare”.

Il Torino di quest’anno arriverà al 4 maggio con il sorriso.

“Sì, ho visto il Torino giocare bene. Poi i risultati a volte sono arrivati, altre volte non sono arrivati: fa parte del calcio. Ma i ragazzi se la sono giocata con tutti”.

Sarà forse l’ultima volta di Andrea Belotti impegnato nella lettura dei nomi di fronte alla lapide di Superga. Le dispiacerebbe?

“Credo che a tutti noi bambini granata dagli 8 ai 98 anni dispiacerebbe non vedere più Belotti al Torino. Vedremo come finirà la storia”.

Ha già conosciuto Ivan Juric?

“No, purtroppo le restrizioni del Covid non mi hanno ancora permesso di incontrarlo di persona. Il mio 4 maggio sarà importante anche per questo primo incontro”.

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