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Esclusiva

Donati a TN: “Per l’impegno messo Juric meriterebbe la qualificazione europea”

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
In esclusiva le parole del tecnico del Legnago (girone A di Serie C Now), prossimo a cambiare squadra dopo una straordinaria stagione

Massimo Donati è stato l'allenatore rivelazione del girone A di Serie C Now nel 2023/2024. Si è piazzato al sesto posto della classifica con il Legnago e ha raggiunto il secondo turno dei play-off, venendo eliminato per il peggior piazzamento dall'Atalanta Under-23 dopo un 1 a 1. Donati in due stagioni ha fatto un gran bene in Veneto: una promozione dalla Serie D e un ottimo campionato da matricola. Ora è pronto per altri lidi. Intanto, in esclusiva su Toro News analizza i temi di Atalanta-Torino di domenica sera, lui che ha conosciuto entrambe le realtà da calciatore.

Buongiorno Massimo. Che gara si aspetta domenica?"Le motivazioni delle due squadre saranno molto differenti, non può essere altrimenti. Quando si gioca, si vuole sempre vincere ma l'Atalanta nell'ultima settimana ha raggiunto obiettivi straordinari: l'Europa League e la qualificazione in Champions League, dunque arriverà un po' scarica. Chi gioca, vuole ben figurare ma dall'altra parte c'è un Toro che vuole raggiungere un obiettivo. Per il Toro sarà l'ultima opportunità". 

Meriterebbe l'Europa il Toro?"Credo che ci starebbe bene una qualificazione europea. Juric è un figlio di Gasperini, ha seguito la sua metodologia e il suo modo di giocare. Sta facendo bene e per l'impegno messo meriterebbe una qualificazione in Europa al termine dei tre anni in granata". 

Come giudica l'andamento stagionale del Toro di Juric?"Ha avuto più difficoltà con chi si chiude, mentre con chi ti affronta a viso aperto è stato più agevolato. Tuttavia, il computo totale del Toro mi appare positivo, nonostante qualche inceppo contro squadre più chiuse". 

Essere passato alle due punte a inizio stagione ha inciso sul gioco di Juric?"No, cambia poco o nulla. L'atteggiamento fa la differenza. Cambia se decidi di aggredire alto e di affrontare uomo contro uomo l'avversario, come abbiamo fatto anche noi con il Legnago nella stagione appena conclusa, oppure se decidi di aspettare l'avversario un po' più basso. Avere una punta e due trequartisti o due punti e un trequartista non cambia: sono solo numeri che fanno parlare la gente. Fa la differenza l'idea di calcio che un allenatore ha in mente". 

La fase difensiva è stata l'arma vincente del Toro: quanto ha inciso?"Quando si parte da una buona fase difensiva, sei a metà dell'opera. Ho vinto una Serie D con la miglior difesa e anche quest'anno in Serie C abbiamo ben figurato dal punto di vista difensivo. Ecco da questi aspetti nascono le buone o ottime stagioni. Se sei organizzato dietro e subisci poco, hai un ottimo rendimento". 

Tra l'altro, proprio come il suo Legnago, anche il Toro di Juric ha sempre impiegato molto i due braccetti."Sì, ma il discorso è più ampio. La fase difensiva parte dagli attaccanti. Non puoi permetterti di avere due o tre giocatori che non partecipano perché il calcio di oggi implica che tutti partecipino in ambo le fasi".