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Esclusiva

Enrico Fantini a TN: “Il Toro ha una sua identità e può fare a meno di Belotti”

Gianluca Sartori

In esclusiva a TN le parole dell'ex calciatore del Toro, autore del primo gol dell'era Cairo nel 2005

L'ex giocatore del Torino, Enrico Fantini, nella serata di ieri - lunedì 27 giugno -, insieme ad altre vecchie glorie granata come Stefano Sorrentino, Moreno Longo, Luca Mezzano, Simone Loria, Omar Milanetto, Franco Semioli, Antonino Asta e Lorenzo Parisi, ha preso parte ad una partita amichevole contro il Chieri allo stadio De Paoli. Nel post-gara poi ha parlato ai microfoni di Toro News.

Hai vestito anche se solo per un'amichevole nuovamente la maglia del Torino. Che effetto ti ha fatto?

"Vestire questa maglia è sempre bello. Ti fa ricordare dei momenti della tua vita che sono stati importanti: queste partite servono a noi soprattutto per ritrovarci, per cercare di mantenere una certa amicizia e soprattutto per divertirci e fare divertire la gente. Oggi la partecipazione è stata sufficiente e speriamo di fare altre partite ancora."

Quando vesti la maglia granata il ricordo va subito a quel 10 settembre 2005, il giorno del tuo primo gol con la maglia del Toro che coincide anche con il primo gol dell'era Cairo. E' un giorno indimenticabile anche per te?

"Sì, sono quei gol che rimangono nella storia di una società, di un club e rimangono nella storia personale di un giocatore. Ancora adesso la gente per strada mi ferma per ricordarmi quel famoso gol discusso. Sono dei ricordi che fanno piacere e voglio portarmeli dietro per tutta la vita."

Da quel giorno lì a vedere il Toro di oggi, la parabola dell'era Cairo è stata quella che ti aspettavi?

"Pensavo che questa parabola ai tempi - con la vittoria del campionato - fosse subito in picchiata verso l'alto. Lo è stata, ma poi c'è stato di nuovo una caduta verso il basso. Non c'è stato un equilibrio nei risultati e nelle prestazioni. Ma l'anno scorso ho visto una squadra che finalmente gioca a calcio, ha una sua identità e una sua mentalità. Penso che questo sia merito di Juric. Insomma, mi auguro che ora la parabola non sia più fatta di saliscendi ma di una ascesa continua".

Belotti lascia il Torino a parametro zero: ti aspettavi una conclusione simile?

"No, penso la cosa abbia sbalordito un po' tutti. Nel senso che rimanere in silenzio non trovo sia stata la scelta più opportuna. Però, in generale, credo che abbiano bisogno di una cosa diversa sia Belotti sia il Torino stesso". 

Può essere Pellegri la scelta giusta per il dopo-Belotti?

"Temo di no, perchè mi piace come attaccante, ma ha avuto poca continuità e sarebbe una scommessa. Secondo me al Torino ora serve un attaccante che garantisca un certo numero di gol, a mio avviso non può essere nè Pellegri nè Sanabria".

Capitolo Bremer: ha deciso di andare via. Pensi sia giusto lasciarlo partire?

"Penso sia giusto che venga lasciato partire, i numeri testimoniano il fatto che è stato il miglior difensore del campionato. Certo, sarebbe bello che arrivasse il giorno in cui un giocatore così forte possa dire: resto al Torino, perchè qui posso trovare quello che le mie ambizioni richiedono".