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interviste
di Gianluca Sacchetto - Il gol di Scozzarella sabato ha permesso di battere il Vicenza e abbandonare l’ultima posizione della classifica, regalando al Portogruaro una settimana decisamente serena. Di questo e di tanti...
di Gianluca Sacchetto - Il gol di Scozzarella sabato ha permesso di battere il Vicenza e abbandonare l’ultima posizione della classifica, regalando al Portogruaro una settimana decisamente serena. Di questo e di tanti altri aspetti si è parlato con il direttore generale della società veneta Gianmario Specchia, che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo a metà della scorsa stagione si è seduto dietro la scrivania della società veneta.
Buongiorno direttore, finalmente sabato è arrivata la prima vittoria nel vostro stadio, dopo i tre successo interni raccolti a Udine. Ultimo posto abbandonato e salvezza che non è poi così lontana. Quanto ci credete?“Noi abbiamo sempre pensato e lavorato per la salvezza, non c’è mai stato un momento in cui non abbiamo creduto a questo obiettivo. Ci siamo resi protagonisti di una partenza entusiasmante, seguita da un periodo difficile ma adesso con Agostinelli stiamo di nuovo tenendo una media da salvezza. Anche l’arrivo di due-tre giocatori di categoria è stato importante”.
Cosa significa per un piccola realtà come la vostra questo palcoscenico della B?“Devo dire che la nostra è stata un’escalation molto rapida, abbiamo poca militanza nel mondo del calcio professionistico e, di conseguenza, ci stiamo strutturando pian piano su tutti i fronti. Dal settore giovanile alle infrastrutture, passando per altri aspetti. Purtroppo a Portogruaro è poca la cultura sportiva e dobbiamo rispettare i tempi dell’amministrazione comunale, che comunque ci ha aiutato molto con lo stadio. In questo momento siamo un po’ il traino per tutto, speriamo di smuovere qualcosa”.
Dopo la sconfitta di Pescara è arrivata la decisione di esonerare Viviani. Cosa non ha funzionato con lui?“Il problema è che probabilmente abbiamo azzardato un po’ troppo. Avendo una squadra molto giovane, è stato un rischio affidarsi ad un tecnico con poca esperienza e questo lo abbiamo pagato. Viviani resta, comunque, un ottimo allenatore ma il salto era importante”.
Al suo posto Agostinelli, tecnico di altra caratura. Cosa vi ha spinto in quella direzione?“Si tratta di un allenatore che ha allenato tante stagioni in serie B e abbiamo pensato che la sua conoscenza avrebbe potuto rivelarsi molto importante. Non dimentichiamoci che la nostra squadra è composta da tanti giocatori che hanno giocato nei campionati dilettantistici e non potrebbe essere altrimenti. L’obiettivo dell’anno scorso in Lega Pro era, infatti, la salvezza, non di certo la promozione e, di conseguenza, in rosa avevamo parecchi effettivi provenienti dall’ex C2 e dalla D”.
Accade sempre più spesso che le squadre di Lega Pro salgano in B e facciano ottimi campionato (si pensi a Novara, Varese, ma anche ad alcuni exploit degli anni scorsi). Secondo lei si è ridotta molto la differenza tra le due categorie oppure c’è un’altra spiegazione?
"Io credo che il primo anno si viva sull’entusiasmo, con giocatori al loro primo campionato di B che si rendono protagonisti di un rendimento molto alto. Questo sta succedendo a Novara, a Varese ma anche a Pescara. E’ diverso, invece, per noi perché, come detto in precedenza, il nostro è quasi un doppio salto, una squadra di C2 che si trova catapultata in B. Soprattutto in difesa e a centrocampo abbiamo parecchie pedine provenienti dai dilettanti. Quello che vedo è, comunque, un calcio sempre più veloce ed intenso, che fa quasi passare in secondo piano la tecnica. In questo modo si riesce a sopperire a quel tipo di lacune”.
Tra un settimana si concluderà il calciomercato. Farete ancora qualcosa?“Difficile. Abbiamo, infatti, la lista dei diciannove esaurita e a meno di qualche uscita, cosa difficile, rimarremo così. Sono soddisfatto dei quattro acquisti effettuati, che hanno dato una maggiore esperienza alla squadra nei ruoli strategici”.
Tra i nomi fatti per la difesa c’è stato anche quello di Carrieri del Torino. Qual è il motivo del suo mancato arrivo?“Ho preferito puntare su di un giocatore come Franceschini, per un discorso legato all’esperienza. Ma Carrieri indubbiamente è un giocatore che ci piace e ci sono stati contatti per provare a portarlo in Veneto”.
Rimanendo in tema, tra poco ci sarà la gara contro il Torino. Che squadra vi aspettate di incontrare?“Sarà una partita molto difficile perché il Toro non ha niente da invidiare a Siena o Atalanta. A livello di società, di allenatore e di parco giocatori, ha tutto per fare bene. Negli ultimi due mesi del 2010 si è reso protagonista di un cammino molto importante e sono convinto che da qui alla fine andrà in costante crescendo. Lo spirito granata che c’è all’interno della società ma che viene costantemente fatto sentire anche da chi circonda la squadra può fare la differenza”.
Infine, il Novara, che anche ieri sera ha dimostrato di non avere più la brillantezza di inizio stagione. Qual è la causa?“Ho visto la partita ieri sera in televisione e devo dire che il problema potrebbe essere causato proprio dagli ultimi arrivati. Pinardi e Parola sono giocatori da serie A e c’è il rischio che con loro il Novara perda un po’ lo spirito che l’ha contraddistinto fino ad ora. Spero, tuttavia, che ciò non succeda perché si tratta di una società che merita. Ho conosciuto il presidente De Salvo, nelle riunioni della Lega, e sono rimasto colpito dalla sua chiarezza nelle idee. Novarello è il loro punto di forza, ma anche lo stadio in sintetico rende bene idea della loro programmazione. A Novara, poi, c’è lunga militanza nel calcio importante e questo fa sì che ci sia una cultura diversa rispetto a Portogruaro. Quando ci sono le fondamenta è tutto più facile e Novara ce le ha indubbiamente”.
(foto: M. Dreosti)
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